La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Ma come è giusto chiamare le città dei vari Paesi? Nella loro lingua o nella propria lingua?


Roma deve essere Roma oppure può essere anche Rome? Oppure  Rom ?
Berlin è giusto chiamarla Berlino? E Paris è giusto chiamarla Parigi? Marseille, Marsiglia? E Napoli perchè deve diventare Naples? E Venezia diventa Venice o Venise o Venedig ?  
Anche perchè tale questione riguarda poi i nomi delle città più importanti. Perchè difficilmente città minori saranno caratterizzate da questi processi di adattamento linguistico. Il punto è, per rispetto della storia e delle identità dei luoghi,  se questi luoghi vanno chiamati nella loro lingua "madre", facendo salve le identità delle varie minoranze linguistiche tutelate dalla legge, oppure è giusto l'uso e costume di quella globalizzazione che ne storpia il nome per ragioni di convenienza e praticità e per marchiare con la propria lingua la lingua altrui? 

Marco Barone

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