Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

Ma come è giusto chiamare le città dei vari Paesi? Nella loro lingua o nella propria lingua?


Roma deve essere Roma oppure può essere anche Rome? Oppure  Rom ?
Berlin è giusto chiamarla Berlino? E Paris è giusto chiamarla Parigi? Marseille, Marsiglia? E Napoli perchè deve diventare Naples? E Venezia diventa Venice o Venise o Venedig ?  
Anche perchè tale questione riguarda poi i nomi delle città più importanti. Perchè difficilmente città minori saranno caratterizzate da questi processi di adattamento linguistico. Il punto è, per rispetto della storia e delle identità dei luoghi,  se questi luoghi vanno chiamati nella loro lingua "madre", facendo salve le identità delle varie minoranze linguistiche tutelate dalla legge, oppure è giusto l'uso e costume di quella globalizzazione che ne storpia il nome per ragioni di convenienza e praticità e per marchiare con la propria lingua la lingua altrui? 

Marco Barone

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