La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Da Cosimo Cristina a Daphne Caruana Galizia a Jan Kuciak. Il giornalismo silenziato dalle mafie

24 anni, una vita spezzata nel meglio della gioventù. Cosimo Cristina sarà il primo giornalista ad essere ucciso dalla mafia in Sicilia, il suo corpo venne fatto ritrovare il 5 maggio lungo la strada ferrata della linea Palermo-Messina. Come lui saranno decine i giornalisti massacrati dalle mafie, dai nomi più noti ad altri meno noti. Una elencazione che dovrebbe mettere i brividi. In Italia ad oggi non si ammazzano più i giornalisti per "mafie" ma le intimidazioni e le minacce per "mafie" e con metodi tipici mafiosi sono migliaia e si colpiscono uomini e donne, si scagliano contro chi esercita nel bene o nel male questa professione o chi attraverso il potente internet con i blog e siti vari cerca di adoperarsi per garantire quella libertà di essere informati, di  essere formati e formare coscienze critiche, malvista dalle mafie.
Non siamo riusciti a debellare le mafie in Italia, Camorra, Mafia, 'Ndrangheta per citare le più note. Hanno esteso le loro ramificazioni ovunque, anche in territorio che si reputavano in modo illusorio immuni, come nel Confine Orientale d'Italia, ed ovviamente arrivati alle porte d'Italia ci hanno messo un niente a fare il salto oltre verso quel mondo dove tutto è possibile. Abbiamo esportato le mafie. Mafie che uccidono come accaduto in Slovacchia contro un giovane di soli 27 anni Jan Kuciak, ed hanno ucciso anche la sua compagna, altra vita innocente spezzata, Velka Macva, o si ricorre a metodi mafiosi per silenziare la voce ostile e contraria al potere come quella di Daphne Anne Vella, coniugata Caruana Galizia uccisa a malta il 16 ottobre 2017, fatta saltare in aria e che verrà ricordata attraverso un premio importante a Ronchi durante il festival del giornalismo organizzato da Leali delle Notizie. 
Purtroppo come è stato fatto giustamente osservare a partire da Roberto Saviano, ci si accorge delle mafie solo quando queste sparano, ammazzano, compiono atti eclatanti come quello di Duisburg, mentre cercano giorno dopo giorno di silenziare tutto ciò che può compromettere il loro sporco trono di potere, un silenzio che non fa notizia, salvo quando questo silenzio viene rotto in modo brutale da una bomba che esplode, colpi di pistola che esplodono ed uccidono la libertà di tutti noi innanzi al mondo. Guai a tornare nella ordinarietà dopo il silenzio infranto dalla violenza delle mafie. Sarebbe un crimine non inferiore al crimine compiuto da chi vuole silenziare la libertà d'informazione con la violenza "mafiosa".

Marco Barone

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