Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

Poco più di 2 milioni di euro per il progetto Bellezza in FVG. La propaganda della bellezza o investimento?


Sarà un caso, ma il noto progetto bellezza che ha stanziato in Italia 150 milioni di euro, una manciata di danaro rispetto alle reali necessità del Paese, è stato ultimato a fine dicembre 2017. Un piccolo regalo al Paese molti hanno detto. D'altronde è evidente a tutti che la bellezza è sempre stata una costante di questo Paese, abbiamo contemplato ed ammirato un passato su cui ci siamo cullati per vederlo depredare, violentare senza battere ciglio. A partire dalle professioni. Un Paese dove, per rimanere in tema di bellezza, arte e cultura, sono più le volte che gli insegnanti si trovano a dover pagare il biglietto intero senza riduzione per acculturarsi con mostre, per poi trasmettere alla propria classe ciò che si è appreso pagando di propria tasca,  mentre riduzioni vengono riconosciute alle categorie più disparate.  Una manciata di danaro che per le piccole cose è tanto. Un tanto che verrà sicuramente apprezzato. Il tema della bellezza diventerà propaganda? Servirà a far riscoprire quell'italianità smarrita? A causa di un sistema Italia che ha portato il Paese sull'orlo del fallimento, o forse nel pieno del fallimento? Dal quale le migliori menti, i nostri giovani semplicemente fuggono appena ne hanno la minima opportunità?
Visto il successo, guarda caso incentrato proprio sulla bellezza, del programma televisivo sulla Rai, sulle meraviglie italiane, che più di una volta ha rimarcato l'orgoglio dell'essere italiani, del genio italiano, del vero made in Italy nel settore dell'arte, cosa di cui essere soddisfatti sicuramente, si potrebbero però  percepire delle sfumature di propaganda sotto il segno della bellezza stante anche il tempismo. 
Ma la bellezza non ha bisogno di propaganda e mance, ma di investimenti seri, di una inversione di tendenza effettiva e non a parole, nel Paese dei grandi oratori e predicatori. A furia di ripetere che l'Italia potrebbe vivere solo di bellezza, abbiamo consumato questa bellezza con i fiumi logoranti di bla bla bla. 
La Commissione per la selezione degli interventi di cui al progetto "Bellezza@ - Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati" ha concluso le proprie attività nella riunione del 15 dicembre. Poco più di 2 milioni di euro sono gli stanziamenti previsti per il FVG, o meglio solo per il Friuli vista l'area inclusa, a fronte di una disponibilità complessiva di 150 milioni di euro circa. Questi i progetti:
Fontana lavatoio di Valpicetto  in Rigolato di Udine 20 mila euro, casa Venturini, Zuglio, 130 mila euro, l'antico ponte di Pontebba 200 mila euro, il Mulino di Croce di Cervicento 260 mila euro, vecchia latteria turnaria di Dignano, Udine, 300 mila euro, Casel di Pasolini a Casarsa della Delizia, Pordenone, 400 mila euro,ex fornace di Morsano al Tagliamento, 441 mila euro, area pedemontana pordenonese (Polcenigo, Aviano, Canavea, Budoia) in Polcenigo, 540 mila euro.
Marco Barone 

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