C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Poco più di 2 milioni di euro per il progetto Bellezza in FVG. La propaganda della bellezza o investimento?


Sarà un caso, ma il noto progetto bellezza che ha stanziato in Italia 150 milioni di euro, una manciata di danaro rispetto alle reali necessità del Paese, è stato ultimato a fine dicembre 2017. Un piccolo regalo al Paese molti hanno detto. D'altronde è evidente a tutti che la bellezza è sempre stata una costante di questo Paese, abbiamo contemplato ed ammirato un passato su cui ci siamo cullati per vederlo depredare, violentare senza battere ciglio. A partire dalle professioni. Un Paese dove, per rimanere in tema di bellezza, arte e cultura, sono più le volte che gli insegnanti si trovano a dover pagare il biglietto intero senza riduzione per acculturarsi con mostre, per poi trasmettere alla propria classe ciò che si è appreso pagando di propria tasca,  mentre riduzioni vengono riconosciute alle categorie più disparate.  Una manciata di danaro che per le piccole cose è tanto. Un tanto che verrà sicuramente apprezzato. Il tema della bellezza diventerà propaganda? Servirà a far riscoprire quell'italianità smarrita? A causa di un sistema Italia che ha portato il Paese sull'orlo del fallimento, o forse nel pieno del fallimento? Dal quale le migliori menti, i nostri giovani semplicemente fuggono appena ne hanno la minima opportunità?
Visto il successo, guarda caso incentrato proprio sulla bellezza, del programma televisivo sulla Rai, sulle meraviglie italiane, che più di una volta ha rimarcato l'orgoglio dell'essere italiani, del genio italiano, del vero made in Italy nel settore dell'arte, cosa di cui essere soddisfatti sicuramente, si potrebbero però  percepire delle sfumature di propaganda sotto il segno della bellezza stante anche il tempismo. 
Ma la bellezza non ha bisogno di propaganda e mance, ma di investimenti seri, di una inversione di tendenza effettiva e non a parole, nel Paese dei grandi oratori e predicatori. A furia di ripetere che l'Italia potrebbe vivere solo di bellezza, abbiamo consumato questa bellezza con i fiumi logoranti di bla bla bla. 
La Commissione per la selezione degli interventi di cui al progetto "Bellezza@ - Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati" ha concluso le proprie attività nella riunione del 15 dicembre. Poco più di 2 milioni di euro sono gli stanziamenti previsti per il FVG, o meglio solo per il Friuli vista l'area inclusa, a fronte di una disponibilità complessiva di 150 milioni di euro circa. Questi i progetti:
Fontana lavatoio di Valpicetto  in Rigolato di Udine 20 mila euro, casa Venturini, Zuglio, 130 mila euro, l'antico ponte di Pontebba 200 mila euro, il Mulino di Croce di Cervicento 260 mila euro, vecchia latteria turnaria di Dignano, Udine, 300 mila euro, Casel di Pasolini a Casarsa della Delizia, Pordenone, 400 mila euro,ex fornace di Morsano al Tagliamento, 441 mila euro, area pedemontana pordenonese (Polcenigo, Aviano, Canavea, Budoia) in Polcenigo, 540 mila euro.
Marco Barone 

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