Dove c'erano in casoni del popolo oggi c'è il nulla

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  Dalle parti di Staranzano un tempo esistevano dei casoni, Casoni Quarantia, ne avevo scritto già in passato , oggi praticamente il nulla. Una vicenda durata decenni dove si è passati alla situazione di oggi, dove si possono intravedere ancora degli scheletri di qualche casone demolito, qualche barca abbandonata, qualche pontile e scalinata conquistata dalla vegetazione e il silenzio, dominante. Questa è stata forse una delle poche situazioni dove la causa ambientalista ha prevalso. Anche se degli interrogativi restano e si capirà nel tempo quale sia stato il vero scopo di tutto ciò, se restituire l'area alla natura, se sottrarla all'utilizzo di chi aveva i casoni per i posti barca, o chissà ancora. Area che era curata dai casoneri e che con il giusto supporto avrebbero potuto migliorare anche l'estetica e rendere maggiormente compatibile con la natura le architetture liquidate come abusive. Una vicenda che ha diviso il territorio, e che rimarrà oramai nei ricordi di ciò c...

Il tempo delle favole è finito. Isontino, una questione sociale che prima o poi esploderà



Si possono raccontare tante belle storie, si possono presentare tanti numeri e dati tirati fuori dal classico cilindro magico. Una volta uscivano conigli, ora escono numeri che presentano una regione come il FVG sotto il segno del più, un Paese, di nome Italia, sotto il segno del più.

Cazzate. Perchè la realtà la conoscono bene i cittadini che la vivono ogni giorno, con le loro giuste analisi e preoccupazioni. Il FVG, da alcuni considerata come terra sacra per l'Italia, conquistato in parte a prezzi enormi, spropositati e rischiato di perdere dopo l'inevitabile batosta di Caporetto, ha visto mandare al macello centinaia di migliaia di persone per poi l'Italia dimenticarsi di questo territorio e lasciarlo al suo destino. 
Un territorio dopato dall'assistenzialismo che ha chiuso i rapporti con quello che un tempo era il suo entroterra di riferimento "naturale", un territorio che avrebbe dovuto essere ponte verso Est, ma ha guardato sempre verso Ovest per diventare il centro di sperimentazione del peggior capitalismo, di cui oggi si vedono gli effetti devastanti con la principale azienda statale, che ha un controllo sul territorio enorme. 
Sempre meno i diretti, sempre di più gli esternalizzati dai meridionali ai bengalesi, ai croati, ai serbi, ai rumeni, per arrivare forse un giorno non lontano a quello che per molti è praticamente una tanto banale quanto catastrofica ovvietà, la chiusura per delocalizzazione, perchè queste sono le regole del mercato. Perchè questa è la logica del mercato globale, spremere un territorio fino all'ultima goccia ed una volta spremuto lascerà i suoi rottami che dovranno sorbirsi i cittadini del territorio andato in miseria. 
Questo sistema è stato determinato da politiche sociali ed economiche italiane accomodanti. L'isontino è in crisi, il caso Eaton è l'ultimo ma rischia di non essere l'ultimo. Vi è un problema strutturale enorme, profondo, sistemico, che rischia di determinare un qualcosa di inimmaginabile. O lo si capisce e ci si prepara ad affrontarlo a dovere, oppure si verrà travolti come un fiume violento in piena e sarà la logica del si salvi chi può a dominare, deleteria per tutti.

Marco Barone

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