Il Comune di Ronchi "adotti" la tomba storica della famiglia Fontanot e le tombe storiche a rischio oblio del cimitero

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Il territorio ronchese durante le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale ha pagato dazio pesantemente soprattutto per il contributo dato da diverse famiglie nella lotta di liberazione. Decine di famiglie hanno visto spezzato il proprio legame, non hanno potuto veder crescere i propri figli, fratelli, sorelle perchè la guerra non conosce pietà alcuna. Tra le famiglie che maggiormente hanno lasciato il segno nella storia non solo locale ma anche internazionale c'è sicuramente quella dei Fontanot. Su cui sono stati scritti diversi libri, realizzati documentari e intitolate vie in diverse località. Eppure al cimitero di Ronchi non si può restare indifferenti allo stato attuale in cui si trova la tomba dei Fontanot. Scritte purtroppo totalmente illeggibili e alcuni segni di cedimento della struttura tombale. In quella tomba, si riportano i nomi di Fontanot Regina, Fonanot Licio, Fontanot Giovanni, Fontanot Maria, Fontanot Enea, Fontanot Armido, Fontanot Vinicio e Fontanot ed ...

Quel gol, benedetto o maledetto, nella zona Cesarini che cambia il volto alla partita




"Quando dai il tuo nome a un pezzetto di Tempo - il quale è solo di dio, dice la Bibbia - qualcosa nella vita lo hai fatto". Così Baricco sulla nota, a volte anche stonata, questione di punti di vista, zona Cesarini. Segnare non solo alla fine dei minuti regolamentari ma soprattutto nel recupero. Quel recupero che oggi giorno si allunga sempre di più. Al quinto minuto il Benevento farà la storia, la sua storia. Il primo punto in Serie A. Ci son volute ben 15 giornate. E segnerà con un gol di testa con il suo portiere contro una formazione dal valore di centinaia di milioni di euro, impaurita anche del proprio respiro. Il diavolo made in Cina è riuscito proprio male.  Un gol che regalerà lacrime, gioia, un gol che spazzerà via un campionato del Benevento fallimentare come mai era successo nella storia della Serie A. Un gol nell'oltre della zona Cesarini che ha gelato il diavolo rossonero.
Non è la prima e non sarà l'ultima volta che in una partita di calcio si segnerà in questi minuti. Minuti aggiuntivi, che sembrano non finire mai. Se eternità esiste nel calcio, questa è quando si entra nel lungo tunnel del minutaggio di recupero, dove tutto può succedere. In qualsiasi livello di campionato. Come accaduto al povero Ronchi, a cui qualcuno dovrà regalare un bel corno gigante contro quella sfiga figlia di una maledizione che qualche sprovveduto ha scagliato per qualche diamine di motivo ad oggi incompreso. Oltre il 90° subisce i due gol vittoria contro la forte formazione del Lumignacco. Oramai le partite durano più di 90 minuti. Il 90° minuto non rappresenta più niente, è andato, andato in un tempo che non ritornerà più. E saranno sempre di più i gol che verranno raccontati oltre il minuto della paura, 90. Il gol nel calcio è la cosa più bella che esiste, ti ricorda quanto sei bambino, quel bambino che è in te che non è mai fuggito vien fuori proprio in quel momento. Ma nel gol nella zona Cesarini che si vive qualcosa di potente, di unico, indefinibile. Dove l'emozione è indomabile, dove l'unica cosa che conta è festeggiare oppure dannarsi.
Si entrerà nell'oltre che cambierà il volto alla partita, oltre che verrà benedetto da tanti, maledetto da molti, oltre, lì ove si gioca la battaglia finale tra istinto e razionalità, tra cuore ed anima, in quel calcio che continua ad emozionare, nonostante un tutto sempre più desolante.

Marco Barone

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