Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

L'alba del tramonto in Bisiacaria


L'alba ed il tramonto sono due opposti, che si corteggiano o si respingono, ma che hanno in comune la bellezza straordinaria della luce, un variabile tra rosso, arancio, giallo, difficile da descrivere, si banalizza con la scrittura, non riesce a rendere con la foto e neanche con la pittura.  Non puoi fare altro che rimanere fermo ed osservare. Osservare quella luce scivolare via lontano verso l'alba o verso il tramonto.
L'alba del tramonto in Bisiacaria altro non è che l'inizio della fine di una giornata qualunque d'inverno, camminando per le vie secondarie di un piccolo paese di provincia, Ronchi, facendo quello che ora non si fa più, perchè distratti od attratti ogni attimo del nostro vivere dalla luce artificiale del telefonino e sue varianti. Ma basta un secondo per alzare la testa, e sollevare quell'emozione che ti rende ancora umano verso l'infinito ed oltre ogni orizzonte, dove ti alieni, dove non sei più nessuno, dove sei un niente, un puntino invisibile assorbito da quella densità di colori che sembra essere propria di un quadro. Sei dentro un quadro, niente di nuovo. Cose già dette e scritte. Ma è così. Un così che condividi con chi ti è accanto o con quelle persone che fermano la loro ordinarietà, scendendo dalla macchina, uscendo dal negozio, interrompendo la telefonata, semplicemente per perdersi nel cielo sempre più rosso, più blu, più arancio, più giallo, più tutto.

Marco Barone

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