Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato, tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193
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Trieste, dall'austronostalgia all'Italia raccontata solo dai monumenti fascisti
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Quando a Ronchi venne inaugurata la piazza dedicata a Francesco Giuseppe, il vecchio dal grande baffo, che ha condotto l'Impero alla grande catastrofe, nel resto d'Italia la cosa non venne compresa. Eppure tutto ha una sua logica. Dalla piazza dedicata al terrorista per alcuni, eroi per altri, Oberdan, a Francesco Giuseppe passando per la piazza dell'Unità d'Italia il passo, che pur attraversa secoli, è breve. Lo stesso accade a Trieste, il porto di Vienna, la costola felice dell'Impero caduto. Una città dove non mancano i monumenti dedicati all'Impero, da Sissi, a Massimiliano, a Leopoldo I a Carlo VI. Ora si aggiungerà la statua di Maria Teresa d'Austria. Esteticamente alcuni la troveranno brutta, altri possente, robusta, come il suo Impero, tradizionale, come il suo essere ultra conservatrice.
Austronostalgia. Quando cammini nell'Italia del Sud è difficile incontrare statue dedicate ai Borbone ad esempio, saranno molte le vie e le piazze dedicate alla monarchia, soprattutto ad Umberto I, ma anche ad altri reali e regine d'Italia. Cosa che a Trieste non succede. Così come immancabili saranno le statue dedicate a Garibaldi, simbolo dell'unità d'Italia ma anche di una dura repressione contro i contadini di alcune are del Sud. Non è difficile incontrare circoli dedicati a qualche re d'Italia, ma nessuno oggi realizzerebbe mai una statua, un monumento ai re d'Italia e neanche ai regni pregressi. A Trieste, invece, si può. Nonostante si sia all'interno di una Repubblica che non è omaggiata da alcun monumento. L'Italia, paradossalmente, a Trieste è raccontata attraverso i monumenti fascisti, dal faro della Vittoria, a quello dei caduti ai pennoni di Piazza Unità, ex Piazza Grande per rimanere in tema, dove ancora è visibile il fascio, intitolato agli Autieri caduti durante il primo conflitto mondiale, alla fontana di San Giusto, ad altre decine di interventi importanti dal punto di vista architettonico. Ma i monumenti che raccontano l'Italia sono fascisti. Ed è questa l'unica memoria che si vuole lasciare ai posteri? L'Italia raccontata da quel fascismo che ha devastato Trieste,che ha cercato di spezzare le sue radici slave per la supremazia assoluta di quelle latine e non solo?
Un non solo fatto di drammi e violenze inaudite? A Trieste di spazi dove realizzare monumenti o statue non ve ne sono poi rimasti tanti, i più tradizionali sono stati tutti occupati dall'austronostalgia. Sarebbe stato auspicabile realizzare un monumento moderno, che sapesse guardare al futuro e non ad un passato che qui non si riesce mai a mettere con consapevolezza in discussione. Altro che re, regine, imperatori ed imperatrici, la rivoluzione francese qui non ha insegnato nulla. Non dico che andrebbe fatto un monumento alla ghigliottina, che poi alla fine ha tagliato più teste di rivoluzionari che controrivoluzionari, ma alla pace tra i popoli, a quel ponte tra Oriente ed Occidente nel nome della fratellanza che Trieste dovrebbe avere sarebbe stato auspicabile e Ponterosso sarebbe stata la cornice ideale.
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecchia n
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"
Bruxelles, come è noto, è sede delle più importanti istituzioni dell'Unione Europea. Una città affascinante, particolare, simbolo dell'alta borghesia, dove architettura moderna e tradizionale cercano, con poco successo, di convivere. L'Unione Europea rivendica spesso principi che ruotano intorno alla dignità delle persone, no alla donna oggetto, penso per esempio alla Risoluzione sulla discriminazione della donna nella pubblicità del 1997 al cui punto 10 si scriveva testualmente che il Parlamento europeo invita il settore della pubblicità a rinunciare in concreto e interamente a sminuire la donna a oggetto sessuale dell'uomo attraverso espedienti tecnici e raffigurazioni immaginose come il ridurre il ruolo femminile alla bellezza fisica e alla disponibilità sessuale . Certo, comprensibile. Ma a pochi minuti dal Parlamento europeo esiste un vero e proprio quartiere a luci rosse. Esistono anche agenzie di escort, club privati-scambisti, e donne in vetr
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