Si ripristini a Ronchi la storica lapide della strage nazifascista del 15 settembre '43, il massacro di 8 soldati

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Il 15 settembre del 1943, cioè pochi giorni dopo la costituzione della storica Brigata Proletaria, quando mille partigiani si ritrovarono a Selz per cercare di arrestare, con la battaglia di Gorizia, l'avanzata nazista, a Ronchi si realizzò una strage per mano nazista, che comportò la morte di 8 soldati. Come avevamo già ricordato recentemente sulle pagine del Piccolo, di questa tragedia ne fu realizzata una specifica scheda storica per iniziativa di Luzzi, nell'importante atlante delle stragi nazifasciste e quella del 15 settembre '43 è stata l'unica avvenuta a Ronchi. Per anni venne realizzata una cerimonia,  il parroco, don Falzari, fece innalzare nell’immediato dopo guerra una lapide con una croce ed una scritta sul marmo nero: Tendenti alla Patria, freddati dal piombo ai piedi del Carso, qui sostano i loro corpi per riprendere la via alla Patria eterna nella resurrezione finale. Req. aet. dona eis Domine et lux perpetua luceat con i solo nomi dei tre allora...

Celebrazione di D'Annunzio e Fiume, risponde l'Ambasciata croata: Basta celebrazioni ci attiveremo





Il cinque settembre, come è noto, avevo scritto una lettera all'Ambasciata della Repubblica di Croazia con sede in Roma in merito a quanto puntualmente ogni anno avviene in Monfalcone. Si celebra l'occupazione militare di Fiume ed un poeta razzista nei confronti dei croati quale D'Annunzio. Mi ero sempre chiesto ma perchè la Repubblica di Croazia tace? Probabilmente perchè non era a conoscenza di quanto accade in Italia? Per tagliare la testa al toro ho scritto la lettera di cui in premessa e mi ha risposto gentilmente ed in tempi anche rapidi il Ministro Plenipotenziario dell'Ambasciata della Repubblica di Croazia Mladenka Šarac-Rončević.


Questo il testo della sua risposta, come si potrà vedere chiaro, conciso:


"Ringraziamo della Sua mail del 5 settembre 2017. Condividiamo la Sua opinione che simili anniversari danneggiano l'atmosfera dei rapporti amichevoli tra i nostri due paesi e che celebrarli incita sentimenti nazionalistici. L'Ambasciata della Repubblica di Croazia a Roma da parte sua intraprenderà tutto il possibile nell'ambito delle proprie competenze, e apprezzeremmo altrettanto il Suo ulteriore impegno nella questione. Siamo sicuri che Lei, come stimato cittadino della Repubblica Italiana, insieme ad altri Suoi concittadini, può, più di tutti, contribuire al cambiamento di tale clima e alla ancora migliore costruzione dei rapporti di buon vicinato, in particolare nelle zone multietniche adiacenti ai confini."


Nella mia lettera concludevo, dopo aver evidenziato che quelle celebrazioni del 12 settembre per Fiume e D'Annunzio "favoriscono sentimenti nazionalistici che compromettono in modo rilevante quella edificazione di una Europa di pace e fratellanza ed amicizia tra popoli che stiamo tutti insieme e con fatica cercando di realizzare" in questo modo: chiedo all’Ambasciata della Repubblica di Croazia, nella persona dell'Ambasciatore, di sollecitare l’intervento della Repubblica di Croazia nei confronti delle autorità italiane perché non abbiano più luogo cerimonie, celebrazioni, della marcia di occupazione su Fiume e che non venga considerato più come un “valore” d'Italia la figura di D’Annunzio stante le sue parole altamente offensive e razziste come manifestate in modo eloquente soprattutto nei confronti dei croati.

Marco Barone

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