La salvaguardia del verde sia la principale opera pubblica

Per ogni albero tagliato, uno nuovo deve essere piantato! Questo è il principio che fin dall'800 ispira la politica del rimboschimento in Svezia e ben due terzi del Paese sono coperti da foreste. Il FVG è una regione meravigliosa, però in sofferenza anche a causa delle problematiche dovute ad un clima sempre più caldo. Cambiamenti climatici o meno una certezza c’è, i nostri Comuni devono dare la priorità alla cura del verde. Sia questa la principale opera pubblica da sostenere. Mettere da parte altre opere, che al momento sono da considerarsi come secondarie e investire nel verde. A partire da Ronchi che da decenni se la passa male e dove sembra più di attraversare un cimitero di tronchi che un parco urbano in evidente sofferenza. Ronchi ha le potenzialità per divenire un giardino pubblico in stile inglese, ma ad oggi siamo solo nel mondo dei sogni. Servono interventi propositivi e non polemiche o strumentali. Ciò che è stato è stato, serve una visione e una volontà che sia final...

FVG: bene la soppressione delle Province,unicum in Italia, male le UTI. La riforma va spiegata

Il Friuli Venezia Giulia ha saputo, per come la vedo io, utilizzare sapientemente la sua specialità, con l'abrogazione delle Province. Certo, sono previste nella Costituzione, ma non per questo tutto quello che è previsto nella Costituzione deve essere l'amen intoccabile, vi sono questioni riformabili e rivedibili, altre, invece, attendono solo di essere, ancora dal 1948, pienamente applicate. E' in fase di pubblicazione la legge regionale che "chiude un percorso di riforme avviato nel 2013: disciplina la soppressione delle Province facendo seguito alla riforma dello Statuto regionale, sancita dalla legge costituzionale 28 luglio 2016, n. 1, con cui è stato cancellato dallo Statuto il riferimento alle Province e ne è stata esplicitamente prevista la soppressione." Alcune funzioni verranno trasferite alla Regione come le funzioni in materia di istruzione, politiche giovanili, orientamento musicale, ogni altra funzione non trasferita ai Comuni, mentre ai Comuni  saranno trasferite le funzioni in materia di agricoltura, politiche sociali, politiche giovanili, contrasto dei fenomeni discriminatori e promozione delle pari opportunità sul territorio.

Ma se da un lato si pone fine a delle realtà intermedie, che pur avendo per alcune questioni operato bene, non erano necessarie ed essenziali, dall'altro lato si è innescato il diabolico sistema della UTI  Unioni Territoriali Intercomunali che costituiscono “forme obbligatorie di esercizio associato delle funzioni comunali”. Certo, letta così non vi sarebbe nulla di strano. Perché un normale cittadino potrebbe pensare che si tratterebbe di una semplice e banale collaborazione aggregata tra i Comuni, una sorta di collaborazione obbligatoria per legge. Ma non è così. Anche perchè le collaborazioni obbligatorie per legge sarebbero una forzatura immane. Chi non aderisce viene sanzionato con pesanti tagli in materia di trasferimenti di risorse, si incrementano i poteri dei Sindaci, specialmente dei Comuni capofila, i consigli comunali avranno un ruolo marginale, le opposizioni svolgeranno un ruolo di testimonianza, ed i Comuni nella maggioranza dei casi diventeranno solo una sorta di "sportello per i cittadini". Territorio frammentato in 18 piccole contee più che nuove province.

Però, quello che colpisce, ed impressiona, è che la maggioranza dei cittadini non hanno capito un bel niente su cosa consiste questa abrogazione delle Province, su questo unicum che si è realizzato in Italia, così come non hanno capito niente del sistema delle UTI, non per ignoranza, ma perchè il tutto è complicato, tecnico, e viene percepito come un qualcosa di distante dai problemi della quotidianità. Non è un semplice risparmio di spesa, ma qui si sta realizzando un qualcosa di epocale, che rischierà di avere effetto domino in tutta Italia. 

Personalmente sono sempre stato favorevole ad una società dei Comuni, riconoscendo maggior centralità, autonomia e potere e democrazia partecipata ai Comuni, ma con il sistema delle UTI, nonostante l'abrogazione delle Province, non si va in questa direzione, si va verso una sorta di decisionismo in salsa locale che è stato respinto, come principio, dall'ultimo referendum del 4 dicembre, e questa materia sicuramente sarà una delle questioni calde che caratterizzeranno la prossima tornata elettorale in FVG.

Marco Barone

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