Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

Ma a Gorizia, per il referendum, vi è stata o non vi è stata la violazione della Par condicio?

A Gorizia ha fatto discutere, il fatto che nella sala del Consiglio provinciale, si sia svolta una iniziativa a sostegno del sì alla riforma costituzionale, perchè, come denunciato dal Comitato del No, " la par condicio nei confronti dell’elettorato è nuovamente violata, relativamente al divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni". Producendo anche apposito esposto. Mi è stato segnalato che qualcuno ha spostato la questione sulla opportunità, parlando di presunta violazione, visto che la sala è stata richiesta da un consigliere provinciale per fare propaganda ed è stato riconosciuto il tutto come legittimo anche se non opportuno. O non si è realizzata nessuna violazione della par condicio, cosa su cui manifesto alcuni dubbi in linea con quelli manifestati dal comitato del no, oppure è stata una sola questione di opportunità. Ma se si è trattata solo di questione di opportunità, di che cosa stiamo parlando? Visto che tra violazione della par condicio ed opportunità politica ci passa nel mezzo un bel mare di diversità contrastanti ed opposte? Si tratta di valutazioni diverse, legittime, e ci mancherebbe, ma non conciliabili con la posizione chiara e netta, assunta in modo inequivocabile, dal comitato del no.  A proposito di democrazia voglio ricordare che come è noto per il convegno sul 10 febbraio sulle vicende del confine orientale (reputata come iniziativa provocatoria e similare a quelle che nel giorno dell'Olocausto negano ciò, roba da non credere, eppure è accaduto in quella Provincia che ora chiuderà i battenti, e certamente non verrà rimpianta da molti) la sala non è stata mai concessa. Eppure quel giorno, che ha segnato una pagina nera "made pseudosinistra" nella storia di Gorizia che non verrà mai dimenticata, la violazione della democrazia si è realizzata pienamente, negando il diritto di esprimere la propria opinione, con cognizione di causa, conformemente alla legge anche sul giorno del ricordo, in un luogo pubblico. In quel caso l'articolo 21 della Costituzione è stato chiuso in un bel cassetto dai grandi tutori democratici di sinistra. Ed allora se tale violazione vi è stata e se ne era a conoscenza la Provincia, viste le segnalazioni come effettuate, perchè non ha preso posizione? O forse il non prendere posizione, è da intendersi come una presa di posizione?

Marco Barone

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