C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

A Monfalcone sparisce l'assessore alle pari opportunità.Di che stupirsi se in Italia non esiste ministro ad hoc?

Neanche il tempo di comunicare la nuova squadra di governo, ed in rete emergono pesanti critiche all'attuale Sindaco di Monfalcone made Lega Nord. La più rilevante è che sembra non esistere assessore più alle pari opportunità, ma verrà conferita una semplice delega ad un consigliere comunale. Diciamo che l'assessorato alle pari opportunità nel corso del tempo ha realizzato diverse iniziative, dal 2002 al 2015 si registrano decine di convegni, diversi progetti attuati, bandi e concorsi. E va certamente ricordato che a livello europeo sin dal 1957 emerge il principio di parità delle retribuzioni tra lavoratori di sesso maschile e femminile per uno stesso lavoro. Ma erano solo parole sino al 1975 quando venne emanata la Direttiva 75/117/CEE del Consiglio del 10/02/1975 per il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative all'applicazione del principio della parità delle retribuzioni tra i lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile. In Italia, con la nostra Costituzione, eravamo già avanti, soprattutto con i principi fondamentali. Ma anche qui, nella maggior parte dei casi, si trattava di parole inattuate. Perché, come è noto, le discriminazioni oggi esistono, e come evidenziano tutte le statistiche anche a causa della "crisi" sono elevate. In Italia non esiste oggi un ministro ad hoc alle pari opportunità. Anzi, per diversi mesi il dipartimento è rimasto scoperto. Solo con decreto del 9 giugno 2016 è stata conferita delega al ministro Boschi, ministro senza portafoglio, al quale già era stato conferito l'incarico per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, e come sappiamo la disastrosa riforma di cui al referendum del 4 dicembre, porta proprio la sua firma, il suo nome. Ed il Comune di Monfalcone probabilmente si allinea a questo modo di fare. Sicuramente il pregresso assessorato ha realizzato diverse iniziative importanti, e certamente con l'assessorato ad hoc vi possono essere maggiori attenzioni finanziarie, di spesa, ecc. Cosa che non è esclusa che non possa accadere con una delega, proprio come accade a livello centrale, anche se ci credo poco. Però, in via generale mi domando, a prescindere da quanto possa o non possa aver fatto bene l'assessorato, ma a quanti realmente interessa l'esistenza o meno dell'assessorato alle pari opportunità? Quando pochissimi in Italia si sono indignati per l'assenza di un ministro ad hoc alle pari opportunità? Quanti sono gli assessori che hanno la delega solo per le pari opportunità? Anche dalle nostre parti non esiste una delega solo per le pari opportunità, ma questa viene aggiunta ad altre. Il punto è se un Sindaco donna non sostiene più questo assessorato con una figura specifica, qualcosa vorrà pure dire. Così come qualcosa vorrà pure dire se in Italia per questa figura non esistono assessori che si occupano solo di pari opportunità, o che tale assessorato può essere rimosso, cosa che invece non potrà accadere per altre questioni, come il lavoro, l'immigrazione, la cultura ecc. Sarà che è reputato come non prioritario, come non importante, come non essenziale? E non è una questione di destra o sinistra, tanto che dal 1996 sia donne di sinistra che di destra hanno svolto il ruolo di ministro per le pari opportunità. Il problema, purtroppo, è culturale, prima, sociale, poi, in un Paese dove, ad esempio, l'omofobia continua ad essere la normalità, dove la legge "Cirinnà" è giuridicamente imbarazzante per le omissioni e lacune enormi che contiene non avendo effettuato alcuna reale equiparazione tra matrimoni ed unioni civili, salvo per alcune specifiche voci.  Ma in Italia ci si deve accontentare sempre del minimo, vicino allo zero assoluto, quando va bene, quando va male di facciate che rendono la coscienza politica pulita. E' su ciò che si dovrebbe tutti riflettere, e dunque non stupiamoci se poi vincono le elezioni i Trump di turno o vengono cancellati  o sminuiti assessorati come quello alle pari opportunità.

Marco Barone

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