La salvaguardia del verde sia la principale opera pubblica

Per ogni albero tagliato, uno nuovo deve essere piantato! Questo è il principio che fin dall'800 ispira la politica del rimboschimento in Svezia e ben due terzi del Paese sono coperti da foreste. Il FVG è una regione meravigliosa, però in sofferenza anche a causa delle problematiche dovute ad un clima sempre più caldo. Cambiamenti climatici o meno una certezza c’è, i nostri Comuni devono dare la priorità alla cura del verde. Sia questa la principale opera pubblica da sostenere. Mettere da parte altre opere, che al momento sono da considerarsi come secondarie e investire nel verde. A partire da Ronchi che da decenni se la passa male e dove sembra più di attraversare un cimitero di tronchi che un parco urbano in evidente sofferenza. Ronchi ha le potenzialità per divenire un giardino pubblico in stile inglese, ma ad oggi siamo solo nel mondo dei sogni. Servono interventi propositivi e non polemiche o strumentali. Ciò che è stato è stato, serve una visione e una volontà che sia final...

La "rotta balcanica" ha fatto tappa a Gorizia


In questo momento storico, dove tutti i Paesi hanno "usato" la questione dei profughi semplicemente per barricarsi, con recinti, reticolati, muri, in un contesto dove tutti a parole vogliono essere in Europa, ma dove nessuno si sente europeo e dove la maggior parte dei Paesi tradiscono lo spirito con cui è nata l'Europa, a Gorizia si è svolta una importante iniziativa. Città di confine, dove ancora si può trovare qualche vecchio cartello con scritto "confine di stato.


Città che si è allineata perfettamente con il resto dell'Europa che ha tradito lo spirito dell'accoglienza. Non voler vedere. Quando il problema era la presunta ospitalità di Gorizia, ecco che si annientano esperimenti provvisori di accoglienza. Quando il problema è il presunto buonismo della Commissione territoriale in materia di richieste d'asilo, ecco che questa viene depotenziata. Questo modo di fare o non fare, questioni di punti di vista, corre nella direzione dei reticolati, simbolici o non simbolici che siano, che proteggono i Paesi europei, il loro razzismo, con la protezione del nazionalismo, cancro di ogni epoca. 
Si è registrata una Buona partecipazione di pubblico al Kulturni Dom di Gorizia per la presentazione della mostra fotografica di Stefano Lusa “L'inverno sta arrivando. Il viaggio dei profughi lungo la rotta balcanica. Prihaja Zima. Potavanje beguncev vzdolžbalkanske poti” Ad organizzare la mostra sono stati il Forum di Gorizia, in collaborazione con la Comunità italiana “Santorio Santorio” di Capodistria, Radio Capodistria, Kulturni Dom di Gorizia.

La mostra è stata realizzata con il contributo di RTV SLO e UNHCR.  Una mostra che sarà visitabile fino al 27 settembre. Stefano Lusa, ha effettuato un lavoro importante, ogni fotografia è una emozione, uno schiaffo, e non puoi non vedere, almeno questa volta. Forse quella esperienza della "rotta balcanica" è, per ora, irripetibile, per l'effetto domino che si è creato con i muri e perchè paghiamo la Turchia per non vedere, come ha evidenziato Lusa. Oppure, chi buon dirlo. 
Quello che ben si può dire è che quelle foto, accompagnate dalla spiegazione dell'autore, hanno impressionato, emozionato e colpito profondamente le coscienze anche in una Gorizia che è stata per lungo tempo un pessimo esempio "istituzionale" in materia di non accoglienza nei confronti dei fuori convenzione. Dove volontariato e MSF hanno letteralmente tolto le castagne dal fuoco ad un sistema disastroso. Viviamo in un sistema dove la mattina, quando ci si alza, si decidono che devono essere rispettati determinati parametri numerici. Così è stato per il fuorviante "patto di stabilità" così per la questione accoglienza in materia di migranti. Ma se si esce da questo parametro, cosa accadrà al migrante presente in loco? Si ripeterà quanto accaduto a Gorizia?  Ora pare che i Comuni verranno divisi in tre categorie: quelli fino a 2mila abitanti che ospiteranno fino a un massimo di cinque migranti, quelli con più di 2mila abitanti 2,5 migranti ogni mille residenti, mentre per le città metropolitane la quota sarà di 1,5 migranti ogni mille abitanti. Ma noi ci troviamo in una provincia, o meglio ex provincia, dove sono diversi i Comuni che non hanno accolto neanche un solo migrante. Magari usando come scusante la questione della burocrazia. E' arrivato il momento di finirla con questi discorsi, è solo una questione di volontà e rispetto dei diritti umani, è arrivato il momento che anche Comuni come Ronchi, gemellato con Wagna, rispettino la storia di "profuganza" che li hanno caratterizzati, altrimenti a cosa servono i gemellaggi come quello con Wagna? A perdersi nei soliti bla bla bla?

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