Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

Una domanda sul libro del pugile Tuiach





Il candidato pugile, a Trieste, Fabio Tuiach ha conquistato recentemente gli onori delle cronache non tanto per la presentazione della sua autobiografia, quanto per il fatto di essere stato taggato in una vergognosa vignetta che paragonava la Casa delle culture di Trieste al lager di Auschwitz. Lungi dal chiedere scusa per una simile bassezza, l’interessato si è “difeso” dicendo di essersi limitato a cliccare “like” che, secondo lui non significa “mi piace” ma “ho preso visione”. Probabilmente è l’unico utente di Facebook a non conoscere il significato di “like” (che compare come “mi piace” nella gran parte delle versioni italiane, peraltro), ma a proposito di non conoscenze di Tuiach, vorremmo domandargli se, ad esempio, egli sa che l’autore della postfazione del suo libro (nonché presentatore del medesimo qui a Trieste), Emilio Del Bel Belluz, in una intervista ha dichiarato di ispirarsi a “Ernst Junger, Knut Hamsun, Pier Drieu LaRochelle, Yukio Mishima, Leon Degrelle, Robert Brasillach” (cioè la créme de la créme della letteratura filonazista), di sentirsi “orfano” del Candido di Giorgio Pisanò (l’ex repubblichino poi missino che collaborò anche con la struttura occulta de l’Anello) e di essere “molto legato” a Leon Degrelle, “il capo e fondatore del movimento rexista belga e volontario delle SS Wallonie” 
(vedi il link http://www.azionetradizionale.com/.../intervista-a.../). Degrelle, autore di “Militia”, libro che fu pubblicato in Italia dalle edizioni di Franco Freda (e che Del Bel Belluz ritiene debba essere conosciuto e posseduto da tutti), sembra godesse di tale stima da parte di Hitler che pare questi gli abbia dichiarato: “Se io avessi avuto un figlio mi sarebbe piaciuto che fosse come voi”; rifugiatosi in Spagna per sfuggire alla condanna come SS, è stato uno dei pilastri del neonazismo europeo. Ecco, ce lo può dire Tuiach se era a conoscenza delle “ispirazioni” letterarie naziste da parte della persona con cui ha pubblicato il suo libro? Oppure pensa che anche “ispirarsi” a dei letterati significa semplicemente “prenderne visione”?

Claudia Cernigoi

Aggiornamento:
questo il Piccolo del 22 maggio 2016


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