C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Patto di prova di tre anni? come legalizzare il neo-schiavismo

Il patto di prova è una clausola contrattuale finalizzata, sia per il lavoratore che per il datore di lavoro, a valutare reciprocamente la effettiva convenienza della futura sussistenza di un rapporto di lavoro stabile. La durata, ad oggi, è di tre mesi, ma possono alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro derogare tale durata, comunque difficilmente si va oltre i sei mesi. Una delle condizioni particolari del patto di prova è la formula del recesso, si può recedere in qualsiasi momento senza preavviso ed ovviamente il lavoratore avrà diritto a tutte le spettanze retributive dovute come maturate nel corso del periodo sperimentale nel breve rapporto di lavoro. Nella quasi totalità dei casi il patto di prova più che essere utile per il lavoratore è utile per il datore di lavoro. Perché un lavoratore quando decide di tentare l'avventura con un nuovo lavoro ha già le idee chiare, o perché non ha scelta ed in quel periodo verrà spremuto come un limone affinché possa superare la fatidica eroica prova per poi conseguire l'assunzione a tempo determinato, visto e rilevato che quella a tempo indeterminato è destinata all'estinzione. Non bastava l'apprendistato come esteso e riformulato, non bastava il tempo determinato senza causa, si doveva proporre altro, altro che nella traduzione reale delle cose avrà l'effetto di schiavizzare il lavoratore per diversi anni. Questo nel caso in cui il patto di prova venga modificato dai tre mesi ordinari ad i tre anni o similari. E' più che evidente che se dal 1924 ad oggi bastavano tre mesi per capire se un lavoratore poteva essere idoneo al nuovo lavoro, qualcosa è profondamente mutato. Se mai verrà approvata la durata di un patto di prova di tre, due ma anche di un solo anno, si viola ogni logicità e ragionevolezza giuridica e si legalizza pienamente il neo schiavismo. Sì, perché questo qualcosa si chiama schiavismo, ricatto, ed azzeramento di ogni diritto. E' semplicemente disgustoso sapere che alcune parti sindacali possano solamente osare di manifestare una qualsiasi apertura ad una simile situazione, eppure, a quanto pare, ciò è accaduto. Sono sempre di più gli economisti che affermano che il problema del e nel lavoro non sono i licenziamenti o la flessibilità in uscita, ma la domanda, il mercato, il capitalismo. Il prossimo passo sarà certamente quello di ridurre i salari, con la scusante della competizione con Paesi anche europei, che pagano operai a 500/600 euro al mese, per le stesse mansioni. Nel mentre di tutto ciò, nel mentre della riscossa piena del sistema padronale, tace il dissenso, tace la rivolta, salvo qualche piccola eccezione che non è la regola, perché questo è il momento della rivolta silente, perché questo è il momento della massima esasperazione dell'individualismo. Troncata la catena della solidarietà, troncata ogni speranza ed illusione ed anche utopia di qualsiasi processo rivoluzionario, vige e domina la regola non scritta della salvezza, del sia fatta la tua volontà, dell'uccisione del libero arbitrio e della propria volontà, pur di sopravvivere. Una sorta di passione e martirio, figlia di elementi altamente dopanti religiosi, che hanno massacrato lo stato di coscienza e di consapevolezza di qualsiasi agente, lavoratore, soggetto attivo diventato passivo, perché non ha scelta, eppure la scelta sarebbe sempre possibile. Questo è il momento della passività affermata, si subisce, si patisce, si piange, immense lamentazioni invadono ogni mura domestica, perché non si riesce ad intravedere nessuna prospettiva. E' un periodo storico incredibilmente difficile, dove si processa anche la sola idea di resistenza ideale e democratica, eppure ogni limite è stato travalicato. Eppure tutto tace.Un silenzio che rinforza il potere padronale. Però, è anche vero, che quando qualche voce di opposizione si eleva, quella che riesce ad unire e ad affermarsi anche a livello sistemico e mediatico, questa, oggi, è prevalentemente reazionaria, nazionalistica, di destra sociale. L'Italia s'è destra, come l'Europa s'è destra. E' in corso una nuova fascistizzazione della società, ma la modernità inganna, un grande inganno che non viene compreso o peggio ancora è accettato. D'altronde se in Italia è emerso il fascismo il popolo, nell'uno per tutti e tutti per uno, una ragione,per quanto folle, ci sarà stata o no? Uno degli acronimi diffusi durante il fascismo, per giustificare la propria adesione al fascismo, era PNF uguale per non morir di fame.

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