Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Scuola: tra le 36 ore e le 24 ore corre in mezzo il lavoro non pagato svolto a “casa”

36 ore per tutte e tutti?
No.
Solo per le insegnanti della scuola primaria e dell'infanzia per arrivare ad un graduale innalzamento dell'orario di lavoro per i docenti della scuola secondaria, ovvero le fantomatiche 24 ore, già rispedite al mittente da una forte ondata di protesta. Ora, dalle indiscrezioni che emergono su diversi siti internet, il governo attuale, in continuità con i pregressi, decide di ritornare alla carica ma colpendo una categoria di docenti diversi, che hanno conosciuto importanti momenti di lotta, come quello per il tempo pieno. Si decide, volutamente, di colpire, stando alle indiscrezioni giornalistiche, una categoria specifica con lo scopo di raggiungere quell'obiettivo mancato nel recente passato, quale quello delle 24 ore. Perché se passeranno le 36 ore, ma anche 30 o 28 alla primaria, alle superiori certamente non potranno rimanere più le 18 ore di didattica frontale, ma come minimo si dovranno raggiungere le 22 o 24 ore, sospirate dai soliti politicanti che cercano di fare cassa colpendo un settore che meriterebbe rispetto, ma oggi vive solo di dispetti ed insulti, perché la scuola non è una sorta di ammortizzatore sociale, come qualcuno vorrebbe fare intendere. Si spara alto per raggiungere il solito obiettivo minimo. I conti al Ministero li hanno già fatti, sanno fino a dove possono arrivare, la riduzione del FIS, il fatto che molti docenti hanno svolto una miriade di attività aggiuntive, non obbligatorie, per quattro soldi, nonostante tutto ed il tutto, legittima, per il Governo, una simile misura. Pochi soldi, per pochi soggetti, i pochi che concorreranno, come in una sorta di gara agonistica sportiva per vincere il premio in danaro e ricevere la medaglia della gratitudine. Insomma niente di nuovo, tutto tristemente vecchio, e come sempre queste proposte, vere o false che siano, arrivano in estate. In Europa non tutte le ore di didattica frontale sono di 60 minuti, in numerosi paesi sono di 50 minuti in altri anche di 45 se non 40 minuti. Ma in Europa gli insegnanti non sempre lavorano a “casa” oltre i locali scolastici. In Italia esiste una tradizione più che secolare. Preparare le lezioni a casa, correggere i compiti a casa, effettuare una miriade di attività funzionali per la scuola a casa. Forse è il caso di iniziare a ricapitolare con una sorta di cronistoria tutte le attività che si sono svolte in questi ultimi cinque anni, ragionando in termini di ordinaria prescrizione, per chiedere il pagamento di tutte quelle ore di lavoro svolto, oltre le canoniche 24 o 18 ore, oltre quelle collegiali, per la scuola. Doveva essere il governo della rottamazione, ma a quanto pare non ha rottamato un bel nulla nel modo di procedere rispetto al passato, solo cambiato strategia. Prima le carotine, poi il super bastone. Ma gli italiani hanno capito il giochino e sono certo che il personale della scuola saprà reagire a questa ennesima provocareazione. Avere degli stipendi degni, avere degli stipendi che si armonizzano con i precetti costituzionali, e quelli vigenti per i docenti della scuola non si armonizzano proprio per niente con la Costituzione, è un diritto e non una concessione correlata ad impegni ulteriori, che poi vanno tra le altre cose a danneggiare quella categoria ultra-precaria che opera nella scuola, quale i supplenti brevi e saltuari ma non solo loro.





Commenti

  1. no alle 36 ore. no alle 28, ne' altro. secondo me sarebbero corrette 18 ore per tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado. poi sarebbe corretto anche un anno sabbatico ogni 5 per riposo e autoformazione. terzo concerti, teatri, musei, esposizioni, etc. gratis agli insegnanti e loro accompagnatori. quarto vorrei timbrare il cartellino quando entro e quando esco, il lavoro a casa è un di più che nessuno ci riconosce...

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