Si ripristini a Ronchi la storica lapide della strage nazifascista del 15 settembre '43, il massacro di 8 soldati

Tre nomi, e quattro vite. La nave della pace della Jugoslavia di Tito ritorna in vita, dopo un recupero durato anni, costato poco più di una decina di milioni di euro tra polemiche e critiche, la nave, diventata anche set nel fim Napoli New York di Salvatores è ora pronta ad essere un museo galleggiante sulle rive della bella città di Fiume. Una nave da una storia incredibile. Costruita in Italia nel 1938, anno delle leggi razziali, quando venne inaugurato anche l'imponente sacrario di Redipuglia, varata presso il cantiere navale Ansaldo di Genova. Lo scopo della nave era quello di trasportare agrumi in Europa e, con questo scopo in mente, la sua costruzione fu commissionata dalla società italiana Regia Azienda Monopoli Banane ( RAMB ). Ma a causa della guerra venne convertito in incrociatore di scorta per la Marina Militare italiana e trasportò cibo per i soldati italiani in Africa. Durante uno di questi viaggi, nel 1941, nel porto libico di Bengasi, venne colpito a prua da un siluro di un sottomarino britannico e rischiò di affondare. Grazie all'abilità e alla perizia del capitano e dell'equipaggio, la nave venne comunque salvata, navigando per 900 miglia a poppa da Bengasi alla Sicilia, per poi essere rimorchiata per le riparazioni al cantiere navale di San Rocco (San Marco), vicino a Trieste. Dopo l'8 settembre del 1943 ecco la seconda vita di questa nave. Sotto la guida dei nazisti venne trasformata in una nave posamine, installandovi delle rotaie posamine. Gli diedero un nuovo nome: Kiebitz . Come posatore di mine ne posizionò più di 5.000 nel Quarnero e nell'Adriatico settentrionale. Nel novembre 1944 venne affondato dagli aerei alleati durante il bombardamento del porto di Fiume. Rimase tre anni sul fondo del porto e poi, dopo la guerra, nel 1947, fu tirato fuori dal fondale marino dalla società Brodospas con sede a Spalato. Per questa operazione di recupero, come viene ricordato nel sito della città di Fiume, è stata utilizzata per la prima volta la tecnica di estrazione di una nave mediante cilindri riempiti d'aria. Si trattava di un lavoro impegnativo a cui partecipavano 42 persone, tra cui illustri esperti e ingegneri. Per preparsi dunque alla sua terza vita. Quella del Galeb. Divenne una nave scuola per la Marina jugoslava e fu la residenza galleggiante di Josip Broz Tito durante i suoi viaggi di stato, il che la rese un simbolo del ruolo della Jugoslavia nel Movimento dei Paesi Non Allineati. Nel 1953 il Seagull intraprese il suo primo viaggio all'estero, diretto a Londra. Dopo la morte di Tito, la nave continuò a far parte della Marina jugoslava e, dopo il crollo della Jugoslavia, negli anni '90, fu venduta a un armatore greco. Portò la nave al cantiere navale Viktor Lenac con l'intenzione di trasformarla in uno yacht, ma a causa di problemi finanziari il progetto di conversione non si concretizzò mai.
E adesso è pronta per la sua quarta vita. Quella di museo. Da ricordare che nel
2006 il Ministero della Cultura della Repubblica di Croazia ha
dichiarato la nave bene culturale e in seguito la Città di Fiume l'ha
acquistata con l'intenzione di trasformarla nella prima nave-museo
croata che in questo maggio 2025 ha preso vita.
mb
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