In un mondo dove l'Europa potrebbe avere un ruolo decisivo per la salvaguardia della democrazia, in un contesto politico dove gli autoritarismi, le dittature, sembrano essere la normalità e le democrazie quasi un fastidio, invece di diventare un punto di riferimento, è a rischio dissolvimento. Non sono gli USA, i putiniani, i cinesi, a distruggere l'Europa. Lo stiamo facendo noi, da soli. Non siamo nè carne, nè pesce, siamo totalmente allo sbando. L'Europa se si chiede cosa sia, la gente non saprà cosa rispondere, i suoi organismi sono sconosciuti ai più, percepita come entità astratta, anzi, l'Euro è spesso maledetto, forse l'unico beneficio che viene riconosciuto è la caduta dei confini, anche se , vedi ad esempio tra Italia e Slovenia, sono ritornati a modo loro. Insomma, ci siamo sciacquati la bocca all'inverosimile su fatto che l'Europa fosse un soggetto che ha garantito la pace per oltre 70 anni, anche se la guerra in Jugoslavia non è stata considerata...
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Non sono passati neanche 50anni e già il caso Moro finisce nel dimenticatoio
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47 anni da quel terribile giorno che lasciò una cicatrice perenne nella storia repubblicana italiana. La Strage di via Fani, del 16 marzo 1978 dove per man delle Brigate Rosse oltre che di forze ancora oggi occulte, per rapire il Presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, vennero massacrati Oreste Leonardi e Domenico Ricci, Carabinieri, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino, della Polizia di Stato. Mentre si aprono in America gli Archivi nazionali americani sulla morte del presidente John Fitzgerald Kennedy compiuto a Dallas, in Texas, il 22 novembre 1963 con la desecretazione anche degli ultimi documenti sul caso , in Italia questo anniversario della strage di via Fani è passato quasi in sordina. Come un giorno qualunque, come un giorno di cronaca storica qualsiasi, da ricordare perché lo si deve, ma senza andare oltre. Perchè oramai, a chi interessa più? Se non ai soliti noti? Ogni anno si aggiungono degli elementi nuovi, personaggi da interrogare, mentre il tempo, fa il suo corso inesorabile e quando i protagonisti di quella vicenda non ci saranno più, cosa rimarrà alla storia? Ad oggi esiste una verità giudiziaria che non coincide con quella della ricostruzione storica, da un lato le BR che hanno tutto l’interesse di difendere il carattere fantomatico rivoluzionario di quell’atto, dovendo dimostrare di aver fatto tutto semplicemente da soli per non intaccare la loro “purezza” dall’altro chi da decenni dimostra che la vicenda Moro è ricca di così tante contraddizioni, menzogne, depistaggi, che lasciano ben intendere come Moro alla fine forse lo volevano morto in tanti, anche parti opposte, nemici storici che per interessi diversi volevano la fine di Aldo Moro. Ed è forse per questo motivo che alla verità storica accertata non si arriverà mai e la vicenda Moro con l’assassinio degli agenti della sua scorta lentamente finiscono nel dimenticatoio e nell’ordine della ritualità di stile. Eppure si tratta di una vicenda gravissima, di una portata enorme.
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"...
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecch...
Trieste, Triest, o Trst, Udine, Udin, Weiden o Viden. Due città distanti poco meno di 100 km. Con una cultura profonda, una storia complessa, che ancora oggi divide. Due città capoluogo di due regioni differenti, con identità differenti, il Friuli, Udine, la Venezia Giulia, Trieste per fondersi e confondersi con una mescolanza spesso mal digerita nell'unità del Friuli Venezia Giulia senza più alcun trattino divisore passando dal cuscinetto della Bisiacaria. Nonostante nel complesso si sia in una regione poco più piccola della sola provincia di Bari per popolazione. La sua area è pari a 7.924 km² cioè di poco superiore alla provincia di Sassari o Torino o Cosenza o Bolzano ad esempio. Ma con o senza trattino la divisione e la rivalità tra queste due città esiste, persiste e resiste. Dai dileggi, ai giochi, dallo sport, dal basket al calcio, a tutto ciò che può portare alla rivalità. Due bellezze contrapposte se non opposte, dalla bora di Trieste all'eleganza di Udine, ...
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