Non c'è due senza tre...la nuova commissione d'inchiesta sull'operazione Moro

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  Sei film, decine e decine di libri, due commissioni d’inchiesta parlamentare e ora ne arriverà una terza, pare, per cercare di far luce per quanto possibile su tutte quelle zone oscure che connotano l’affare di Stato Moro. Perché alla fine dei conti è di questo che si tratta e stiamo parlando. Le narrazioni, i racconti che si sono susseguiti negli anni hanno falsato, a livello di immaginario collettivo, la realtà. Oramai lo hanno capito anche coloro che hanno gli occhi coperti dal miglior prosciutto DOP che non hanno fatto tutto da soli, i fantomatici rivoluzionari brigatisti e che nell’operazione Moro sono state coinvolte una pluralità di soggettività, che avranno abbracciato tanto organizzazioni criminali che eversive che connesse anche agli apparati di sicurezza di uno o più Stati. Da GLADIO a quant’altro, ma un conto è muoversi nella melma del vago, un conto quanto più indizi costituiscono una prova. Il memoriale brigatista è stato un capolavoro politico e

Quei conflitti tra operai nei cantieri di Monfalcone



Monfalcone si è appiattita nel tempo in quella retorica che la vuole come città dei cantieri, la cui storia risale ai primi del '900 con tutte le vicissitudini che hanno connotato l'epopea del Cantiere navale triestino, poi  Cantieri Riuniti dell'Adriatico, poi Italcantieri – Cantieri Navali Italiani, oggi Fincantieri. Città dei cantieri, nel senso che appartiene proprio ai cantieri che ne hanno plasmato l'identità e la fisionomia, con una realtà che secondo l'ultimo grande censimento asburgico vantava 6500 abitanti italiani e 1500 i cittadini di nazionalità straniera per arrivare ai quasi 9000 cittadini di nazionalità straniera di oggi su una popolazione di circa 30mila abitanti. Incidenze storiche sempre importanti di "stranieri" a Monfalcone. Questa è l'identità vera e la storia vera della città. Il monfalconese "doc" è  storicamente un frullato di nazionalità. Una città portuale, perchè qui si nascono le navi, approdo di operai provenienti tanto dall'Italia quanto da diverse aree del mondo e negli ultimi vent'anni con una decisa virata verso l'area del Bangladesh. Quando si parla dei cantieri, si ricordano sempre le lotte operaie, gli scioperi, la marcia dai Cantieri verso Selz che darà origine alla storica Brigata Proletaria nel settembre del 1943. Ma i cantieri sono stati anche una fabbrica di scontro tra operai. E di eventi ve ne sono stati diversi nel corso del tempo. Come nel febbraio del 1921 quando fu teatro di un pesante scontro tra operai comunisti e fascisti che si concluse con l'incendio della Camera del Lavoro e della sede del Lavoratore da parte dei fascisti. Si ricorda di quel fatto che dei fascisti vennero aggrediti da una ventina di operai comunisti in risposta a delle provocazioni squadriste verificatosi nella sera precedente e la rissa ebbe termine per intervento degli ingegneri e la Direzione del cantiere.  Ma delle bombe lanciate contro gli operai ed una trentina di colpi di pistola, sparati dai fascisti, quando tutto sembrava ritornare verso la calma, procurarono diversi feriti ed un morto. I cantieri furono occupati dai Carabinieri. Altro fatto tumultuoso tra operai avvenne nel luglio del 1943, in relazione alla caduta del Fascismo, anche in quell'occasione operai contro operai, comunisti contro fascisti se le diedero di santa ragione, ma ci furono anche scontri tra operai "rossi" come accaduto nel luglio del 1946, quando gli animi erano accesi sulle questioni del confine orientale, non essendoci stata una grande adesione allo sciopero proclamato dai sindacati Unici vennero aggrediti gli operai aderenti alla Camera del Lavoro e tre mila operai italiani per protesta decisero di abbandonare  il cantiere producendo una  petizione al GMA, il governo militare alleato, che fino al 15 settembre del 1947 occuperà il monfalconese, dopo la parentesi jugoslava durata dal primo maggio del '45 al 12 giugno del 1945. Scontri tra operai per motivi ideologici, politici, sindacali ed oggi con i tempi che corrono, con una società sempre più in crisi sociale ed economica dove politiche reazionarie ed irresponsabili buttano benzina sul fuoco dei nazionalismi fomentando guerre tra "poveri", non dovrebbe stupire se si dovesse arrivare a registrare conflittualità tra operai italiani e non italiani, perchè il terreno è stato seminato dal vento dell'intolleranza aggiungendosi una nuova tessera al puzzle della storia dei conflitti tra operai nei cantieri di Monfalcone.

mb

Commenti

  1. Voi tutti che fate una certa politica soffiate sul fuoco dei nazionalismi. Che poi chissà perché si ricordano sempre solo delle vittime di una parte sola..... Probabilmente per il tifo da stadio a cui gli italiani sono abituati..... Che poi sta gente è tanto affascinata dai Balcani ma non conosce né lingue né storia di quei paesi, è tanto affascinata dai migranti ma se li tiene il più lontano possibile, è tanto affascinata dagli operai, ma la fabbrica la hanno vista solo nel film la classe operaia va in paradiso.

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