Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

Per contrastare il terrorismo servono misure straordinarie e di unità come quelle per demolire il nazismo

Libertà, uguaglianza, fratellanza, valori meravigliosi, che dovrebbero connotare la "civiltà" europea, non ci stanno salvando dal terrorismo. Chi vuole la morte di questi valori, sicuramente non vuole il bene dell'umanità e non merita alcuna pietà. In Europa oramai puntualmente si vive uno stato di guerra vero e proprio anche se per ragioni di "opportunismo" e forse anche masochismo politico non è riconosciuto come tale. Esplode una bomba, arriva un furgone killer a velocità folle e chissà cosa ancora nel bel mezzo della tua ordinaria quotidianità senza più serenità.

Forse si dovrebbe comprendere in Europa, anche se non si capisce bene cosa sia oggi l'Europa, che ci si trova in una situazione storica similare a quella dell'8 settembre italiano che porterà alla formazione di una complessa ed organica resistenza con il supporto determinante degli alleati per opporsi all'invasione nazista.
Ed il terrorismo è come il nazismo.
Sono necessarie misure straordinarie e di unità e di coordinamento importanti a livello europeo per combattere il demone del nostro secolo.  Da soli si andrà a sbattere contro il muro.

Si deve contrastare con ogni mezzo e con tolleranza zero la religione dell'odio, la "radicalizzazione islamista",  malefica maschera che porta al nuovo nazismo passando per il terrorismo. 
Un terrorismo che  manipola e strumentalizza a proprio piacere persone appartenenti a diversi e non sempre omologati standard sociali che meritano comunque la peggior pena per gli atti profondamente criminali che vogliono compiere od hanno compiuto. Sarà idealmente la laicità a salvarci, e non una nuova crociata, quella laicità che racchiude principi importanti istituzionalizzati attraverso le varie Costituzioni diffuse nell'occidente.

Principi che consentono l'armonia e la concordia tra diverse culture che la violenza del terrorismo vuole demolire colpendo determinati Paesi in circostanze politiche anche non casuali.  Ritornano i fantasmi di un tempo cupo e nero. 
Oggi domina il vento dell'odio figlio del sentimento della paura che spinge il vecchio continente sempre più inevitabilmente verso istanze profondamente reazionarie e di chiusura. Non è vero che non abbiamo paura. E' una grande menzogna dire che non abbiamo paura. Abbiamo tutti paura, una enorme paura, perchè non siamo robot, non siamo automi e questa paura rischia di liberare i peggiori aspetti dell'essere umano che si scaglieranno contro gli ultimi della scala sociale, quelli più facili da colpire, affondare, demolire, su cui sfogare le nostre insicurezze, i nostri timori lasciando però immune il vero nemico da contrastare e sconfiggere, perchè difficilmente identificabile, complesso, astratto. E continuare a ripetere "non abbiamo paura", non prevedere sistemi che possano favorire il controllo della paura, la gestione "umana" della paura, su più livelli, significa favorire questi processi, significa mandare l'individuo allo sbaraglio più totale con effetti devastanti per il nostro equilibrio sociale.
Marco Barone

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