La denuncia dell'Avanti su D'Annunzio a Fiume: era tutto previsto, "D'Annunzio andava arrestato e rimandato in Italia"

Immagine
Interessante notare le reazioni dei principali quotidiani sulle voci che volevano D'Annunzio entrare in Fiume in quel 12 settembre del 1919. L'Avanti, non era però sorpreso da quanto accadde, anzi, tendeva ad evidenziare che quell'intento di D'Annunzio era nell'aria  da tempo e che il ministro della guerra nulla fece per fermarlo. "Da un po' di tempo erano segnalate partenze alla spicciolata per Fiume di giovani e dì ufficiali: da Bari, Ancona e di altri porti del litorale. A Roma si era costituito un Comitato apposito per le spedizioni a Fiume, che aveva sede in corso. Umberto, n. 103, presso l'Associazione Trento e Trieste. D'Annunzio, del  resto, non   faceva   mistero  nei discorsi  e  persino  negli  articoli, del  suo  proposito". Curioso notare che si scrisse che D'Annunzio partì da Ronchi in motoscafo, ciò a dimostrazione del fatto che la località di Ronchi era totalmente sconosciuta ai più: "Egli  è  par...

Il "natale di sangue" di Fiume, primo atto di guerra civile tra italiani. Tra le vittime per mano dei legionari diversi Carabinieri e Alpini

 



Due ufficiali, tre marescialli dei carabinieri, sei carabinieri, sei alpini, 120 feriti furono solo tra i regolari chiamati a sgomberare Fiume, 17 le vittime tra i regolari, così venivano chiamati i militari chiamati a liberare Fiume, per non essere confusi con i militari dannunziani, definiti, invece, come irregolari, 18 furono i morti tra i dannunziani, due i civili che persero la vita, tra cui una ragazza giovane. Fu la più piccola tra le vittime, aveva solo 12 anni. Si chiamava Almadi Alpalice. La più giovane vittima dell'occupazione dannunziana. Per un totale di 37 persone uccise. Una strage che si è consumata in tre giorni effettivi di battaglia, che vede i momenti più duri nel giorno di Santo Stefano e si sarebbe potuta evitare, fu l'epilogo, pressoché scontato di quell'epopea che portò con una manciata di militi partiti da Ronchi il 12 settembre del 1919 ad occupare la città di Fiume. L'ordine di intervento di sgombero venne dato alle 14 del 24 dicembre dal generale Ferrero. Furono i battaglioni di Alpini e Carabinieri i principali artefici dell'operazione,  che ebbe ufficialmente inizio verso le 16 del 24 dicembre e già alle prime battute si contarono complessivamente tra regolari e irregolari una ventina di feriti ed alcuni dispersi.  Nei primi tre giorni di battaglia ci furono 150 feriti e vennero ricoverati tutti a Trieste. Il giorno decisivo dopo la sosta natalizia fu il giorno di Santo Stefano con l'intervento della marina e le famose cannonate sul palazzo del Governatore di Fiume da parte della nave italiana, Doria che attaccò anche l'Espero, cosa che fu determinante per la resa dei dannunziani, più delle cannonate verso il palazzo che ospitava D'Annunzio. La tregua venne chiesta il 27 da parte dei legionari e venne concessa. Tra gli episodi curiosi è da annotare che si sparse la voce della morte di D'Annunzio in combattimento nel giorno di Santo Stefano, cosa che venne riferita direttamente a Mussolini oltre che una perquisizione avvenuta nella casa dell'aiutante di D'Annunzio in via Nomentana a Roma. Insomma, una tragedia, la cui responsabilità è tutta degli occupanti, tanto che lo stesso D'Annunzio venne scaricato anche dalla stampa francese che lo biasimò con forza per quanto accaduto a Fiume. Fu il primo atto di guerra civile tra italiani, nell'Italia unita, e che vide tra le vittime, per mano dei legionari eversori ed irregolari, soprattutto Alpini e Carabinieri.

mb

fonte immagine archivio storico il piccolo

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

L'italiano esodato... da Cherso