Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

Dalla distanza di 1 metro, a io resto a casa, passando dagli irresponsabili

La chiamano distanza di sicurezza sociale. La minima suggerita è di 1 metro. Anche nei supermercati quando vai a fare la spesa puoi leggere l'avviso che ti invita a stare ad 1 metro di distanza. Ma la cassiera non avrà alcun strumento di protezione. Nè mascherina, né guanti. 1 metro di distanza. I baristi dovranno dotarsi di metro. Se non la rispetti, rischi la sanzione. La distanza di sicurezza sociale non viene rispettata da tutti. In alcune circostanze è impensabile riuscire a mantenerla. 1 metro di distanza. Intanto, partono i processi a chi questo metro di distanza non lo mantiene. Finisce nel taccuino dei soggetti irresponsabili. Come quelli del famoso assalto al treno per il sud dalla stazione di Milano. Tutta Italia li odia. Milano, perchè li vedono come gli Schettino del coronavirus, il sud, perchè li vedono come possibili untori. E nel mezzo si pone quel io resto a casa. Selfie, video, di chi promuove a stare a casa. Un pò di auto promozione sociale. O meglio, asociale. La situazione è critica. Statevene a casa. E fatevi una bella fotina. O un bel video. Intanto, Milano non si ferma, o la città che vuoi non si ferma, è già finito nel cassetto. Una roba tanto ridicola che surreale. Non poteva che avere vita breve. 16 milioni di persone in quarantena. Questo è. Centinaia di morti, migliaia di contagiati, sanità devastata dai tagli, al collasso. Continuano gli elogi ai medici e infermieri spremuti come un limone, e intanto di intenzioni di investire seriamente nella sanità, se ne intravedono poche, a parte qualche misura straordinaria che si rivelerà essere la solita toppa che non risolverà niente. Ed il sud trema. Trema perchè sa che un contagio del coronavirus esteso come quello che si è verificato nel nord non sarebbe in grado di affrontarlo. La colpa, sarà, manco a dirlo degli irresponsabili.

mb

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