Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Trieste ha avuto il suo 11 settembre



Chi li chiama eroi,chi angeli, chi semplicemente ragazzi. Emotivamente, ed in modo evidente,Trieste ha avuto il suo 11 settembre con il dramma di questo inizio ottobre che si è compiuto alle prime ore del pomeriggio ed ha visto i poliziotti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego perdere la vita. Perché uccisi.Un fatto straordinario nella sua portata, enorme, dai mille perché, che troveranno probabilmente risposta nelle sedi istituzionali deputate a dare risposte. Ma intanto la città deve fare i conti con quel sapore amaro, amarissimo che consegue ad uno shock come quello vissuto. Non dissimile emotivamente, sentimentalmente da quanto accaduto a New York, a Parigi, a Berlino, Londra o Barcellona con il terrorismo islamista che ha colpito indistintamente chiunque fosse sulla sua strada. Le città hanno reagito nello stesso modo in cui Trieste ha reagito a questo duplice omicidio figlio della follia di questa società. Due vite strappate in giovanissima età, più famiglie distrutte. E' accaduto un qualcosa di così impattante, che ci vorrà del tempo per capirne le conseguenze. Si ha la sensazione che qualcosa si sia rotto in città, che un meccanismo si è inceppato. La città ritornerà alla sua quotidianità, vivrà le sue contraddizioni, enormi, la sua storia, i suoi eventi, ma con il dilemma che non sai che direzione potrà intraprendere questo luogo di confine che nel corso della storia, nel bene o nel male, ha visto anticipare sempre ciò che poi sarebbe accaduto nel resto del Paese in quel '900, in quel secolo breve che ogni volta che cerca di lasciarselo alle spalle, questo con i suoi fantasmi ripiomba in tutta la sua brutalità.

mb

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