La salvaguardia del verde sia la principale opera pubblica

Per ogni albero tagliato, uno nuovo deve essere piantato! Questo è il principio che fin dall'800 ispira la politica del rimboschimento in Svezia e ben due terzi del Paese sono coperti da foreste. Il FVG è una regione meravigliosa, però in sofferenza anche a causa delle problematiche dovute ad un clima sempre più caldo. Cambiamenti climatici o meno una certezza c’è, i nostri Comuni devono dare la priorità alla cura del verde. Sia questa la principale opera pubblica da sostenere. Mettere da parte altre opere, che al momento sono da considerarsi come secondarie e investire nel verde. A partire da Ronchi che da decenni se la passa male e dove sembra più di attraversare un cimitero di tronchi che un parco urbano in evidente sofferenza. Ronchi ha le potenzialità per divenire un giardino pubblico in stile inglese, ma ad oggi siamo solo nel mondo dei sogni. Servono interventi propositivi e non polemiche o strumentali. Ciò che è stato è stato, serve una visione e una volontà che sia final...

Quando è la memoria delle famiglie a fare la storia nel confine orientale

Se c'è una cosa che pare essere chiara, qui, nel confine orientale italiano, è che la memoria delle famiglie è determinante per la storia. La storia da narrare, da raccontare, quella in cui schierarsi. Perchè ogni memoria, ha una storia, una storia che rappresenta un pezzo di tragedia, dramma, o riscatto per una famiglia, e si tramanda da generazione in generazione, anche se il filo si sta rompendo. C'è una sorta di partigianeria nella storia dalle parti del confine orientale. Un territorio di confine, che ha conosciuto nel corso dei secoli plurime guerre e devastazioni, ma dove spesso si deve scegliere da che parte stare, con chi stare e non sempre ciò si traduce stare dalla parte della "storia".

Chi ha avuto famiglie che hanno combattuto per l'Austria, leggeranno la storia spesso in un modo, chi per l'Italia, in un modo diverso, chi vedrà gli italiani come occupatori, chi come conquistatori per realizzare il disegno dell'Italia unita funzionale a quel puzzle composito che è lo stivale. Chi ha avuto famiglie fasciste, chi comuniste, chi ha conosciuto l'esodo, chi ha subito violenze del fascismo, tanti chi, che saranno determinanti. Spesso è la memoria delle famiglie a fare la storia nel confine orientale. Ognuno con una propria lettura, la verità assoluta non esiste, anche se spesso si preferisce semplificare ciò che è complesso. La storia, di norma, contro ogni correttezza etica e morale e storica, la scrivono i vincitori, in queste terre i vincitori sono stati in parte gli italiani, il nazionalismo italiano, c'è stata la parentesi della Resistenza, ma non ha avuto la stessa forza di determinare la storia come l'ha determinata il nazionalismo italiano. Come in Slovenia, nei luoghi di confine, la scriveranno gli sloveni, e in Croazia, i croati.  Chi "straniero", chi viene da fuori, rischia di essere escluso, perchè non potrà capire, si dirà, oppure verrà travolto dall'una o dall'altra parte, difficile stare in mezzo, in mezzo a due correnti che si affrontano per spesso annullarsi. La memoria delle famiglie è un bene da preservare, ma non deve essere la memoria personale, il vissuto personale,a scrivere la storia. Potrà essere una delle tante fermate che il treno della storia dovrà percorrere, nel giusto contesto, ma senza andare oltre. Altrimenti non è più storia, ma il diario personale della memoria famigliare che diventa storia.

mb

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