Trieste ha centinaia di vie, una città di poco più di 200 mila abitanti, complessa, organica, unica nel panorama italiano. Ammalia come pochi luoghi sanno fare, incanta come pochi luoghi sanno osare, e soprattutto è indomabile.
Tante sono le vie di questa città, che interessano tutte le lettere dell'alfabeto. Ci saranno vie che si spera un giorno di rimuovere a livello di intitolazione, in quanto rappresentative di "principi" espressione di un tempo che hanno segnato nel male la nostra società,come quelle dedicate a Cadorna, Diaz, Duca d'Aosta, Timeus, D'Annunzio, ci sono vie che potrai trovare solo in questa città o in queste zone, come via della Bora, o caduti per l'italianità di Trieste, via nazionalistica che si inserisce nella storia dell'italianità di Trieste.
Città appartenuta, pur mantenendo la sua assoluta autonomia, per poco più di cinque secoli all'Impero Austro Ungarico, contesa dai più,Austria verso cui manifestò assoluta fedeltà. Città che ha spazzato quasi via tutta l'odonomastica che la riconduce a quel tempo.
Si può trovare strada per Vienna, ma anche una via dedicata a chi costruì la strada per Vienna, che fu governatore di Trieste per dieci anni, il conte Karl Johann Christian Graf von Zinzendorf , oppure una via dedicata a Karl Ludwig von Bruck statista austriaco e fondatore del Lloyd Trieste, ma per il resto quasi il nulla. Troverai vie con la lettera X, come quella intitolata a Xydias, con la W, come quella intitolata a Weiss o con la K, intitolata all'ingegnere sloveno Kuhelj, non mancheranno le vie che ricordano l'Istria, come Capodistria, o la città di Fiume, o Zara, o Pola, ci sarà anche, nonostante la rivalità storica, via Udine, avrai vie dedicate a personaggi come Carlo Schmidl a cui è dedicato il museo teatrale,avrai una via dedicata Saba, a Svevo, al povero Joyce solo un passaggio, noto ai più come "ponte curto", Passaggio Joyce, l'unica via con la lettera J è intitolata a Jacopo dei Benedetti, detto Jacopone da Todi (Todi, 1236 circa – Collazzone, 1306), è stato un religioso e poeta italiano.
Ma non avrai nessuna via con la lettera Y. La via Y di Trieste che non c'è. Quella immaginaria, quella del dove tutto è possibile, dove il no se pol diventa sì, se pol.
Nel tempo della Nuova via della Seta, non può che essere la via di yin e yang che ha origine dall'antica filosofia cinese. Come si legge nella Treccani, la dottrina di yin e yang è comune alla civiltà cinese in tutta la ricchezza delle sue espressioni; tuttavia ha avuto uno sviluppo singolare e unico tanto nel taoismo, e in particolare nella scuola dei Maestri celesti (Tianshi dao) e nell’«alchimia interiore» (neidan), quanto nella tradizione confuciana sia di epoca Han (secc. 3° a.C. - 3° d.C.) sia di epoca Song (secc. 10°-13°). (....) yin in origine indicava il versante oscuro, adombrato, settentrionale e
yang quello luminoso, assolato, meridionale di una stessa collina o
altura. Così yin e yang affermano il legame necessario fra le cose.
E cosa c'è di più yin e di più yang di Trieste?
mb
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