Ancora una volta colpito il cippo di Peteano da mano ignota fascista? Atto da condannare nell'attesa della posa di una nuova targa che ne ricordi la matrice fascista

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Per la seconda volta e nel mese di luglio, una o più mani ignote, hanno imbrattato con della vernice il cippo di Peteano dedicato a  Franco DONGIOVANNI, Carabiniere, Antonio FERRARO, Brigadiere C.C., Donato POVEROMO, Carabiniere Scelto.  Vittime del terrorismo neofascista con la complicità di un sistema corrotto che ha prodotto depistaggi e insabbiamenti per lungo corso. Le domande che sorgono sono varie, perchè si colpisce sempre nello stesso periodo? Sarà qualche vacanziero di passaggio o di ritorno in queste terre nel mese di luglio? C'è qualche messaggio politico? Sicuramente non lo si colpisce per diletto o perchè non si ha nulla da fare. E la matrice è  politica e l'origine potrebbe essere fascista? Probabilmente sì, perchè tanto il contesto politico europeo e globale che il senso di quell'imbrattamento potrebbero indurre a far pensare ciò. Si è imbrattata la memoria di vittime di un attentato fascista. Ci è voluto del tempo, tanto, per ripulirlo dopo il primo imbr...

Il Friuli Venezia Giulia made in Cina, passando dal porto di Trieste e forse dallo scalo di Ronchi

La Cina è una potenza economica. E' un Paese enorme con oltre un miliardo di abitanti. Un Paese teoricamente "comunista" ma che di comunista forse ha solo il nome e l'impostazione di alcune decisioni interne di partito, o per il decisionismo centralizzato, altrimenti se fosse stato realmente comunista difficilmente Paesi come l'Italia che hanno demonizzato l'Unione Sovietica o la Jugoslavia si relazionerebbero con potenze del genere e gli americani non lo consentirebbero mica.

Stringere il rapporto con la Cina significa bypassare la Russia, ma un ponte tra Italia e Cina, avrà sicuramente uno dei suoi pilastri fondamentali in Friuli Venezia Giulia, a partire dal porto di Trieste e forse dall'aeroporto di Ronchi, almeno sulla carta delle intenzioni e possibilità.

Si parla da tempo oramai di questa benedetta via della seta. Di treni, di merci, di navi. Non si parla, però di diritti umani. Certo che se nel mondo i diritti umani camminassero allo stesso ritmo delle relazioni economiche non sarebbe mica una blasfemia immonda.

Comunque sia la strada è tracciata, il Friuli Venezia Giulia si prepara ad essere made in Cina, se questo significa diventare solo uno strumento per il capitale cinese, od una opportunità per l'intera comunità del FVG, lo svelerà il tempo, magari oltre che di vie economiche e commerciali si discuterà anche di come elevare i diritti umani in quel Paese, i diritti dei lavoratori, perchè fino a quando continuiamo a relazionarci con sistemi dove i precetti fondamentali previsti dalla nostra Costituzione non sono contemplati neanche con mezza virgola, è come compromettere lo stesso spirito della nostra Magna Carta.
Però, a dirla veramente tutta, vogliamo proprio noi fare la morale? Noi, quelli che hanno mandato in pensione anticipata precetti costituzionali contemplati solo nella carta? Per la classica forma senza sostanza?
Una cosa positiva però vi è. Da quando i cinesi hanno mostrato i muscoli al mondo, comprato società come l'Inter od il Milan li si guarda con occhi diversi, ed il razzismo che vi era nei loro confronti, anche in Italia, è certamente calato in modo drastico e Trieste con il suo porto, e Ronchi con il suo aeroporto, sicuramente saranno i due pilastri fondamentali di questo ponte che collegherà l'Occidente con l'Oriente. 

Marco Barone

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