Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

Non solo molestie sessuali, vogliamo parlare delle violenze psicologiche nei luoghi di lavoro?

Una sculacciata ha una forma diretta d'impatto più devastante a livello d'immagine rispetto ad uno sguardo di odio da parte del tuo datore di lavoro, ad una battuta cinica, ad un tono di voce violento ed autoritario. Essere costretta a cedere il proprio corpo per lavorare o fare carriera è un qualcosa che viene percepito in modo più dirompente rispetto alle pressioni che sei costretto/a a subire, rispetto alla guerra psicologica che viene in modo diabolico, metodico e sistematico attuata dal tuo capo o dai suoi servi, spacciati per collaboratori, chiamati in modo sessista, giusto per rimanere in tema normalmente come leccaculo. 
In questo periodo si è aperta, specialmente per ragioni politiche, mica perchè siamo un mondo migliore, critico o consapevole, la voragine delle molestie sessuali. Penitenze, peccati, lapidazioni pubbliche, moralità, oscenità, mea culpa, e spettacolarizzazione della sofferenza. Già saranno pronti film e libri per raccontare molestie sessuali subite vent'anni addietro per entrare nel cinema, nel mondo dello spettacolo, in politica o chissà dove.
Molestare per lavorare. Questo è il punto. Ma l'unico tipo di molestia che produce un minimo effetto sulla coscienza pubblica è solo quella fisica. Perchè? Eppure quella psicologica non è da meno, anzi è anche più devastante in tanti casi. Dati statistici dicono che si stima in 3 miliardi di dollari l'anno circa la perdita di produttività per questo tipo di violenze, ed i lavoratori molestati psicologicamente, tramite quella parolina magica la cui prova è diabolica per il lavoratore, mobbing e varianti, comportamenti manipolatori come il gaslighting e similari, comportano un rendimento inferiore di circa il 60%. 
Dunque anche i capi, oggi chiamati datori di lavoro o dirigenti nel pubblico, dovrebbero sapere che molestare comporta un danno enorme. Se vogliono infischiarsene dei danni recati alla persona, forse capiranno che quelli economici sono importanti, in un mondo dove tutto è danaro. 
Questo è il momento di parlare di molestie sessuali. Va bene. Ma allora osserviamo il quadro in modo completo, iniziando a dedicare pubblicamente lo stesso spazio alle molestie psicologiche, alle violenze psicologiche che si subiscono nel mondo del lavoro. Devastanti per la dignità umana. Vogliamo parlarne? O dobbiamo adattarci solo a ciò che scandalizza il puritanesimo americano?

Marco Barone


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