Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

Il 4 dicembre si è dato uno schiaffo al decisionismo, ma se continuiamo così ritorna la Monarchia

Nel giorno in cui la Repubblica popolare cinese ha adottato la sua costituzione, nel giorno dei funerali di Fidel Castro, nel giorno in cui i Led Zeppelin annunciano lo scioglimento del loro gruppo, in Italia, nel 2016, si è dato uno schiaffo alla politica del decisionismo sinistro. Si è registrato un qualcosa di epocale, a livello di sberla, tutta l'antipatia che è riuscita a capitalizzare intorno alla sua figura in neanche tre anni Renzi, non ci è riuscito neanche Berlusconi in vent'anni. Personalismi, l'uomo solo al comando, decisionismo. Ma questo decisionismo è stato punito, in modo severo dal popolo italiano, che ha detto no ad una riforma che innovava profondamente la Costituzione, ma soprattutto ha detto no a questo modo di fare politica. Nel Paese regna la stanchezza, la rabbia, l'incazzatura, l'intolleranza. La situazione, dal punto di vista politico, è già esplosa. La contaminazione a livello sociale sarà inevitabile ed inarrestabile. Ma quello che impressiona, è che non solo non emerge alcuna autocritica, e che i passi indietro sono strumentali ad un rilancio, ma che probabilmente non si è compreso cosa realmente accade in Italia, cosa bolle in pentola. Bersani,in una delle sue battute, che fanno certamente concorrenza a Grillo, che non fa più ridere, disse che non si può mettere la camicia di forza ad una pentola a pressione. Ma qui è quello che si sta facendo. Giorno dopo giorno. Qualcosa è cambiato nel sentimento degli italiani, vi è stata una presa di consapevolezza importante, governa il passo del gambero, con l'inganno della modernità. Vecchie e nuove generazioni hanno trovato l'unione in quella frammentazione che è stata tentata in modo fallimentare inasprendo i rapporti sociali, in Italia. Pur di salvaguardare l'esistente, non si sa più a cosa appigliarsi il nostro sistema, e per dirla con una battuta lo schiaffo che è stato dato il 4 dicembre, è notevole, con quel referendum che avrebbe sancito il passaggio alla terza repubblica, nella contorta sopravvivenza della seconda, ha sancito il ritorno della prima, e se continuiamo di questo passo, vuoi vedere che ritorna la Monarchia? In una Repubblica nata sotto il segno dell'alta tensione proprio con il noto referendum dove scegliere se morire di Monarchia o gettarsi nell'incognita della Repubblica, dove tra brogli, cose non dette e tanto altro, giusto per gestire il tutto all'italiana e non fomentare incertezze  sono finite su chi l'ha visto le circa 1 milione e mezzo di schede bianche e nulle e per tagliare la testa al toro le schede votate sono state velocemente bruciate, creando un precedente storico a dir poco nebuloso. E già questo può ben spiegare quali sono state le basi della nostra Repubblica, a cui solo la Costituzione nei suoi principi fondamentali ha cercato di porre rimedio, ma che a distanza di decenni continuano ancora ad aspettare la piena applicazione.

Marco Barone 

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