Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Le navi costruite a Monfalcone sono l'orgoglio dei cantierini e non solo, ma si deve cambiare rotta per i diritti

Monfalcone è la città dei cantieri, anche se tale concetto viene oggi inteso in duplice senso. La quasi totalità dell'economica della zona dipende dalla Fincantieri. Colosso fondato come holding finanziaria nel 1959, cioè appena cinque anni dopo che Trieste "ritornerà" all'Italia. Vanta la costruzione di oltre 7.000 navi in 200 anni di storia della marineria, è in gran parte in sostanza appartenente allo Stato, vanta 21 cantieri e diversi centri di progettazione ecc con alla dipendenza circa 19 mila persone in tutto il globo. Ma dalle nostre parti l'immagine di questo colosso ha due volti, da un lato i giganti possenti del mare, che crescono di più giorno dopo giorno, orgoglio dei cantierini, i cui diretti sono sempre meno, e dell'Italia, dall'altro, quello che ruota intorno a questo mondo, i tremendi drammi sull'amianto, il cui apice deve arrivare, gli effetti nefasti della globalizzazione, della esternalizzazione, della precarietà, e per ultimo del caporalato. Eppure tutte le attività del gruppo in linea teorica sono svolte nell’osservanza della legge, delle Convenzioni Internazionali (es: la Convenzione OCSE del 1997 contro la corruzione negli affari) e nel rigoroso rispetto dei diritti dell’uomo sanciti nella Dichiarazione Universale dell’ONU.In particolare, Fincantieri promuove anche la Responsabilità Sociale. Eppure sorgono diversi interrogativi. Perché ad Ancona il protocollo sulla legalità nel 2015 è stato fatto, per la durata di tre anni, e qui si devono aspettare le linee guida nazionali? Perché, come ha evidenziato la trasmissione di Piazzapulita, sembrava di essere in una sorta di Rosarno del caporalato? Nonostante il processo del 2015? Quello del caporalato è un sistema delinquenziale tremendo che va represso duramente, il caporalato è la punta del problema, dietro vi è dell'altro. Il caporalato esiste perchè vi è un sistema che permette la sua esistenza, ed a Monfalcone tra camorra e 'ndrangheta non manca proprio nulla. I bengalesi, i croati, i rumeni sono vittime di questo sistema, ma vittime non lo sono quei loro connazionali che sostengono il sistema criminale che Piazzapulita ha ben evidenziato e fatto emergere. Ma tutto ciò senza il sostegno di qualche delinquente italiano non è mica possibile.Ora, a quanto pare, ci sarà il varo del colosso da 154.000 tonnellate, che il Piccolo ha giustamente definito come "la più grande nave da crociera mai realizzata in Italia". Una cosa enorme per Monfalcone. E' nell'interesse di Fincantieri che si realizzi un mutamento severo di rotta in materia di diritti, in materia di contrasto al caporalato, in materia di uguaglianza non al ribasso ma al rialzo dei diritti. Se i lavoratori sono scontenti, non per una questione umorale, ma sostanziale, ne risentirà negativamente l'intero ambiente. Monfalcone deve riappropriarsi del suo orgoglio di essere cantierino, quell'orgoglio che a causa della esternalizzazione estrema muore. Arriverà un segnale dai vertici di Fincantieri in tale direzione? Alla fine basta poco, rendere concrete le buone intenzioni come prima richiamate, fermare l'esternalizzazione, ritornare ad assumere direttamente e fare in modo che Monfalcone sia a tutti gli effetti la città dei cantieri in una condizione di reciprocità e parità.

Marco Barone

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