Ancora una volta colpito il cippo di Peteano da mano ignota fascista? Atto da condannare nell'attesa della posa di una nuova targa che ne ricordi la matrice fascista

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Per la seconda volta e nel mese di luglio, una o più mani ignote, hanno imbrattato con della vernice il cippo di Peteano dedicato a  Franco DONGIOVANNI, Carabiniere, Antonio FERRARO, Brigadiere C.C., Donato POVEROMO, Carabiniere Scelto.  Vittime del terrorismo neofascista con la complicità di un sistema corrotto che ha prodotto depistaggi e insabbiamenti per lungo corso. Le domande che sorgono sono varie, perchè si colpisce sempre nello stesso periodo? Sarà qualche vacanziero di passaggio o di ritorno in queste terre nel mese di luglio? C'è qualche messaggio politico? Sicuramente non lo si colpisce per diletto o perchè non si ha nulla da fare. E la matrice è  politica e l'origine potrebbe essere fascista? Probabilmente sì, perchè tanto il contesto politico europeo e globale che il senso di quell'imbrattamento potrebbero indurre a far pensare ciò. Si è imbrattata la memoria di vittime di un attentato fascista. Ci è voluto del tempo, tanto, per ripulirlo dopo il primo imbr...

Il Canal grande di Trieste? Meglio dedicarlo ai fuochisti anche se soffia il vento dell' austronostalgia

Soffia il vento dell'austronostalgia in una società che piomba precipitosamente a destra, anche per colpa di una sinistra che ha sostenuto la globalizzazione che ha partorito diseguaglianze, guerre, disastri sociali, impoverimenti culturali ed economici. E' più facile prendersela con il più debole socialmente che con l'inarrivabile, è più facile rimpiangere un passato fatto di materialismo, rimuovendo tutte le nefandezze, che lottare per l'affermazione della libertà, giustizia sociale, uguaglianza e solidarietà. Non può essere il solo materialismo, il ciò che si è costruito, l'elemento su cui basarsi per l'intitolazione di strade, vie, piazze o canali o realizzazione di monumenti. Perché se così fosse allora basterebbe un niente per arrivare a rispolverare il fascismo, le sue bonifiche, strade e ferrovie, costruite sfruttando lavoratori e devastando spesso storia ed identità. Ed il resto dove lo mettiamo? 
Di monumenti fascisti ve ne sono abbastanza, anzi, andrebbero proprio rasi al suolo, come faranno a breve in Austria con la casa natale di Hitler. Ritornando sulla questione dell'austronostalgia, è vero, Trieste era il porto di Vienna, è vero Trieste era il cuore della Mitteleuropa, ma oggi Trieste non è più niente di tutto ciò, ma solo un labile fumo di estrema periferia italiana ricordata solo per la bora, quando va bene. L'Impero ha fatto anche disastri. Ha massacrato i lavoratori, come dimenticare la durissima repressione dello sciopero del 1902 a Trieste? Il noto sciopero dei trecento fuochisti delle navi del Lloyd, del febbraio 1902, anche se in realtà è stato un fenomeno molto più complesso ed articolato. I colpi di fucile della 55^ brigata di fanteria, lo stato d’assedio proclamato, la conseguente legge marziale, il timore di un’insurrezione aperta contro il potere imperiale e la volontà di Vienna di conferire l’esempio, mutò quello sciopero, quella protesta, in una tragedia. Decine di morti. Decine di morti a Trieste contro lo sfruttamento nel lavoro ma che si concluse in parte con la vittoria, pagata a caro prezzo, per i lavoratori. Ai fuochisti andrebbe dedicato il canale, altro che imperiali. E come dimenticare la pulizia etnica tentata in Serbia nella grande guerra? Quasi 750 mila serbi, ovvero un serbo su sei ovvero quasi il 22% della popolazione verrà spazzato via, la percentuale più alta tra tutti i Paesi coinvolti dalla prima guerra mondiale. Certo, si dirà, Maria Teresa apparteneva ad epoca precedente. Poco importa, il sistema era sempre quello e sul punto  condivido quanto scritto da Wu Ming 1, pensiero che voglio qui riportare: 
"Se devo scegliere tra sparare agli Asburgo in nome dei Savoia e sparare sui Savoia in nome degli Asburgo, grazie, ma preferisco sparare su entrambi. Come si legge nel Re Lear, “il tempo della vita è breve, e se viviamo, viviamo per calpestare i re”."
Marco Barone 

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