Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

I tempi sono maturi per il ritorno dei grembiuli a scuola



E' vero, in Italia i grembiuli erano tipici soprattutto nel fascismo, e sarà con le lotte del '68 che gradualmente sono stati abbandonati. Dove e quando prima, e dove e quando dopo. Io a scuola il grembiule lo indossavo ed anche il fiocco rosso ed erano trascorsi diversi anni dal caldo '68. Rodari scriveva "Una scuola senza banchi, senza grembiuli né fiocchi bianchi", pensando alla scuola degli adulti. E' anche vero che la proposta del grembiule fatta da una dei ministri più contestati in Italia, la Gelmini, ha fatto discutere tantissimo. Ma oggi delle conquiste del '68 e del '77 è rimasto poco, basta vedere quello che accade nel mondo del lavoro, ad esempio, quel poco funzionale soprattutto alla società del capitalismo e consumismo. I tempi per il ritorno dei grembiuli sono maturi, ma rispetteranno l'identità di genere? Con un colore neutrale uguale per tutti e per tutte? Chi lo vorrà potrà indossare il fiocco, chi non lo vorrà nessun fiocco. Nella scuola si è arrivati in una situazione allucinante, ribaltamento dei valori, l'autorevolezza dei docenti, che non deve essere confusa con autoritarismo, è svanita nel nulla, sudditi in un contesto ove devono fornire un servizio e soddisfare la clientela, che può anche prenderti a cazzotti, ma tu zitto devi stare. 
E' mancata ogni gradualità, dall'autoritarismo estremo, dalle bacchettate dei maestri, quando andava bene, ai ceffoni, quando andava male, ai docenti che urlano in classe senza essere ascoltati. Sembra strano che ancora non sono state proposte uniforme o grembiuli per i docenti. Forse ciò non è accaduto per la stessa ragione che ha non tanto determinato, ma fatto resistere, l'abbandono del grembiule. Andrebbero in crisi tanti negozi di abbigliamento. Certo, non voglio fa ricondurre tutte le libertà conquistate nell'ambito del materialismo e del consumismo, ma è sicuramente vero che molte libertà esistono e vengono garantite perchè funzionali al consumismo, al capitalismo. Come siamo messi? Siamo messi che andare a messa a scuola diventa la normalità, avere i crocefissi a scuola è la normalità, aver represso la libertà d'insegnamento nel nome della loro santa omologazione standardizzata nei confronti della quale nessuna critica è ammessa, per non essere mandati al rogo come streghe o stregoni del culto dell'essere contrastivo, è la normalità. Ed allora che si aspetta? Coerenza vuole grembiule per tutti. O il culto dell'apparenza ci deve far credere di vivere in un mondo diverso? Libero? E ad alta tensione democratica? 
Nel tempo dove la globalizzazione estrema ha prodotto prevalentemente disastri e fomentato a dismisura diseguaglianze sociali, ritorna il protezionismo, ritorna il nazionalismo, ritornano le chiusure. Nel paradosso del paradosso sarà l'omologazione del grembiule a determinare un contrasto alla globalizzazione? O sarà semplicemente il mettere i puntini sulle i, in armonia con la società del presente, dove tecnologie, modernità, altro non sono che spesso un grande inganno, nell'ottica di quello che definisco progresso regresso? 
Avanza il progresso tecnologico, si ritorna indietro in materia di usi, costumi e libertà. Viviamo in un mondo veramente ostico e difficile, dove dare per scontato ciò che scontato non è, come la libertà, la democrazia, nella sua esasperazione ha comportato il tracollo della democrazia e minato la libertà.

Marco Barone

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