Non sono e non possono essere le ronde, con tanto di cani al seguito, la soluzione alla mancata integrazione. Una pagliacciata, questa proposta, che si commenta da sola, sia per la sua inconsistenza che per la sua gravità becera. La non comunicabilità che esiste e sussiste anche tra alcune comunità tra i centinaia di richiedenti asilo, per non parlare di quella assoluta con gli italiani, dove a Gorizia esiste un muro visibile che nessuna picconata oggi è in grado di demolire, può o meglio deve trovare un giusto canale da percorrere nella via dell'Istruzione. Personalmente sono sempre stato a favore dell'obbligo di istruzione nei confronti di chi in Italia propone la domanda in qualità di richiedente asilo, che ovviamente dovrà essere equilibrata in base al proprio grado di formazione basilare. Così come reputo fondamentale che queste persone debbano andare a scuola per apprendere l'italiano, in un Paese, come l'Italia, dove l'inglese è sconosciuto ai più. Conoscere l'abc, conoscere le regole minime basilari per la reciproca convivenza, conoscere i principi della nostra Costituzione, conoscere l'italiano è vitale per garantire un processo di integrazione. Il MIUR ha stanziato 12 milioni di euro a favore dei CPIA per la realizzazione di percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana. A detti corsi di norma possono iscriversi i cittadini comunitari ed extracomunitari dai 16 anni di età che desiderino cominciare a studiare l’italiano o approfondirne la conoscenza. Il termine di scadenza per le iscrizioni ai percorsi di istruzione degli adulti era generalmente fissato di norma al 31 maggio e comunque non oltre il 15 ottobre 2016.
Anche se personalmente penso, che per quanto riguarda la questione dei richiedenti asilo, si può essere più flessibili, in base ai flussi questi percorsi vanno garantiti in continuazione e comunque la situazione è abbastanza eterogenea a livello nazionale. E comunque resta ferma la possibilità, a seguite di accordi specifici tra regioni e uffici scolastici regionali, di iscrivere ai percorsi di istruzione di primo livello, nei limiti dell'organico assegnato e - in presenza di particolari e motivare esigenze - anche coloro che hanno compiuto il quindicesimo anno di età. Piacerebbe sapere, visto l'importante numero di richiedenti asilo e minori non accompagnati presenti a Gorizia ed (ex) provincia, quanti sono coloro che hanno frequentato i corsi di italiano? Quale la percentuale complessiva in base alle domande presentate in qualità di richiedente asilo? Quale la situazione del livello di istruzione dei richiedenti asilo presenti a Gorizia e provincia? L'integrazione deve passare attraverso la scuola, l'istruzione che può essere anche una importante fonte occupazionale per tutti, cosa da non poco conto visti i tempi disastrosi che noi tutti ben conosciamo. Poi se qualcuno pensa che la soluzione siano le ronde, o stati di polizia, forse è rimasto indietro nel tempo, con qualche pizzico di nostalgia, alla metà del tremendo '900.
Forse a costoro qualcuno dovrebbe procurare una DeLorean DMC-12 per ritornare nel nostro presente, oppure, pensandoci bene, per rimandarli in quel tempo di cui provano effettivamente un sentimento di rimpianto.
Commenti
Posta un commento