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Andare avanti con il passo del gambero..c'erano una volta i bunker della guerra fredda e GLADIO

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L'organizzazione GLADIO fu voluta non tanto dalla NATO ma dagli americani per costituire un gruppo paramilitare, clandestino e incostituzionale, di migliaia di persone, prevalentemente civili, pronto ad intervenire in caso di invasione da parte dei comunisti jugoslavi od eventualmente sovietici. Come la storia ha insegnato non ci fu alcuna invasione, ma i rapporti tra pezzi di GLADIO e la strategia della tensione rimangono una delle pagine più nebulose della storia repubblicana italiana su cui probabilmente non ci sarà mai piena verità. Collisioni tra massoneria, servizi deviati, neofascisti, con l'obiettivo unico di non consentire l'avanzata del comunismo in Italia ed in Europa, perchè Stay Behind era presente ovunque non solo in Italia, ma quello che accadde in Italia non ebbe eguali nel resto d'Europa.    Attraversando il Carso, devastato dalle trincee, può capitare di imbattersi anche in  alcuni bunker della guerra fredda che dovevano essere utilizzati per cercare d

Semplicemente Lisi

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Ci sono storie che iniziano dalla fine. Una fine che paradossalmente rappresenta l'inizio. L'inizio di quelle memorie, di quei ricordi che hanno plasmato nel corso degli anni la vita di personaggi più unici che rari, semplicemente straordinari. Come viene osservato dai più che lo hanno conosciuto, si rimane spesso sorpresi dal fatto che Lino Marega, detto Lisi, sia forse più noto oltre i confini friulani che all'interno della nostra regione. Nel corso degli anni ci sono stati tanti studi tante ricerche di altissimo livello in FVG. Che hanno cercato di focalizzare la vita di Marega che non scrisse mai una sola riga sul proprio passato, sulla sua storia. Un'immagine emblematica che può essere del partigiano Lisi è sicuramente quella di immaginarlo al distributore di benzina con una sola pompa come lo ricordano i villessini. Una pompa sola di benzina davanti praticamente alla propria casa. Oggi non esiste più quella pompa. È stata poi apposta una targa, però sulla sua dim

Quelle tensioni sul confine tra americani e jugoslavi

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Anno 1945, l'esercito di liberazione jugoslavo si era ritirato dai territori liberati il primo maggio del 1945 e poi occupati e amministrati fino al 12 giugno di quell'anno con le vicende storiche ben note. La situazione al confine era tesa, tanto che verso la metà di dicembre del 1945 si registrarono degli scontri tra jugoslavi e americani. Si raccontava ad esempio dell'uccisione di un Maggiore americano, si raccontava che a Tolmino due ufficiali americani, mentre andavano a caccia, vennero respinti dai partigiani di Tito. Nella notte dal 14 al 15 dicembre — sempre secondo l' agenzia d'informazione americana — si erano presentati al posto di guardia presso il ponte di Lucinico circa trecento soldati di Tito, armati. Tre soldati americani di guardia al posto di blocco informavano telefonicamente della critica situazione i comandi superiori Nella velina si legge che "sopraggiungevano immediati rinforzi che si aggiravano su una cinquantina di indivi

Ma i monfalconesi cosa pensano di tutto ciò?

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  Partiamo da alcuni dati numerici. Nell'ultima tornata elettorale che ha visto l'estrema destra confermarsi a Monfalcone, si è eletto il sindaco con 7500 voti validamente espressi su 10692 espressi, il 75% dei votanti, ma gli elettori complessivi erano, nel 2022, ben 20630, dunque il 48% dei cittadini non si è recato a votare, e 7500 voti rappresentano solamente il 36.35% del totale del corpo elettorale monfalconese. Dunque per farla breve, una minoranza a Monfalcone sta dettando legge, queste sono le distorsioni della democrazia, in un contesto dove la gente a votare ci va con fatica, con poca voglia ed il disinteresse è sempre più consistente. E come è risaputo negli ultimi eventi elettorali in Italia, la scarsa partecipazione al voto ha favorito le destre, perchè mentre a sinistra ci si diletta nelle guerre intestine, in questo oramai siamo dei maestri a farlo anche in pubblico dominio, le destre, sul momento elettorale, riescono ad andare oltre, a fare squadra, per poi far

Salvate i Casoni di Caorle, un patrimonio storico unico e irreplicabile

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Volavano alti nel cielo i germani reali e i codoni si alzavano all’improvviso dai canneti verso spazi eterni; guizzava il cefalo a mezz’aria ricadendo nell’acqua e le anatre si perdevano nei giochi di ali e di luci . Quanto scritto da E. Hemingway è un paesaggio che è ancora oggi pressoché esistente a Caorle, anche se i luoghi di Hemingway rischiano di essere compromessi per sempre, come la tenuta in cui fu ospite dal barone Raimondo Nanuk.  Patrimonio storico dal valore universale, unico, insieme ai Casoni di Caorle, espressione della più alta tradizione lagunare veneta, dove vivevano i pescatori, e che oggi resistono solo per la fatica, la passione, la determinazione di chi non si arrende a quel futuro che altri casoni hanno conosciuto nel resto d'Italia, come quelli della Quarantia, nell'isontino, spazzati via dalla burocrazia che può diventare uno strumento terribile quando lo vuole. I casoni se non sono vissuti,  e diventano solo oggetti inanimati, sono il nulla, la belle

Quelle vie intitolate a Nino Bixio e la strage di Bronte

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  I nomi delle vie sono tutt'altro che qualcosa di marginale, sono una sorta di onorificenza, non immutabile, con la quale viene per meriti, riconosciuta una strada, un luogo di passaggio della nostra quotidianità, ad un cittadino, ad un personaggio, ritenuto meritevole di tale riconoscimento. Dietro ogni nome, vi è una storia, un perchè, con le dovute contestualizzazioni del tempo. Perchè, appunto, i nomi delle vie, non sono immutabili, soprattutto quando gli studi storici dimostrano che forse tanto meritevole quel personaggio di aver intitolata una via non lo è stato. Dipende dai bilanciamenti in campo. Una riflessione andrebbe sicuramente fatta, tra le tante vie discutibili, presenti nelle nostre città,su quella intitolata a Nino Bixio. Come a Monfalcone. Simbolo del risorgimento italiano, braccio destro di Garibaldi, ma in Sicilia, specialmente dalle parti di Bronte, è ricordato in modo tutt'altro che positivo. Questioni di sensibilità, di memorie, si dirà. Eppure si tratta

Quella leggenda sul colonnello Bowman che scampò all'attentato perchè non dormì a Miramare, il castello maledetto da Carlotta

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Chiunque abiterà sotto questo tetto, muoia come il mio consorte: lontano dalla patria, lontano dagli affetti,di violenta morte, in peccato mortale.  Si narra che questa sia la maledizione di Carlotta,  dopo l'uccisione di Massimiliano, avvenuta per fucilazione, in terra messicana. Un castello di cui si racconta che quella maledizione colpì diversi personaggi importanti, che pernottarono tra le mura di uno degli edifici più affascinanti del Friuli Venezia Giulia. Chi sfuggì alla maledizione, fu il colonnello Bowman. Che prese il posto di Monfort, dopo solo due mesi dal suo insediamento a Trieste per la gestione degli affari civili per conto del GMA. Il colonnello americano Alfred Connor Bowman divenne dunque l' ufficiale superiore per gli Affari civili del GMA della Venezia Giulia. Di lui si ricorda in particolar modo l'introduzione delle conferenze stampa in stile americano, come segno del ritorno alla democrazia, che in Italia era sconosciuta a causa della dittatura fascis