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Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Il Governo partorisce l'atto del lavoro senza diritti? E Monfalcone intanto dice no

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Un centinaio di volantini distribuiti in poco tempo nella centralissima piazza di Monfalcone, è stata la prima risposta del comitato Isontino no jobs act, (che è presente anche su facebook www.facebook.com/nojobsactisontino ed ha una mail per essere contattato "nojobsact.isontino@gmail.com") al violento atto del Governo del 20 febbraio con il quale si affondano totalmente diritti storici e fondamentali per i lavoratori e le lavoratrici.  Un decreto legislativo in materia di licenziamenti che prevede anche due tutele, se così possiamo chiamarle, differenti se assunti dopo il 1 marzo 2015, giorno in cui dovrebbe entrare in vigore, o meno, se il contratto verrà convertito a tempo indeterminato prima o dopo questa fatidica data. Già era facile licenziare con la disastrosa riforma “Fornero”ora il reintegro è realmente un miraggio. Le reazioni da parte della piazza monfalconese sono state positive, nonostante il tutto. Vi è chi ha preso il volantino per il proprio figlio, ap...

Il Jobs Act favorirà i licenziamenti dei lavoratori con poca anzianità lavorativa

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Ma quanto è brutto questo Jobs Act? Non esiste neanche più il senso dell'apparenza. Forse da un lato è meglio così. Meglio vedere il mostro sin da subito in tutta la sua essenza  puzzolente, nauseante per capire che qui la situazione è seria, non è un gioco figlio di qualche qualche dormiente immaginazione.  Patria della civiltà giuridica, oggi siamo diventati ignoranti impotenti da tenere al guinzaglio del nuovo che avanza, un nuovo che non riesce a regalare emozioni, discussioni profonde ed intellettuali di un certo rilievo, un nuovo semplificato.  Semplificazione del linguaggio, semplificazione delle regole, che tradotte nel Jobs Act, termine orripilante, altro significato non hanno che eliminazione delle tutele per i lavoratori ed affermazione delle tutele per l'altra faccia della medaglia.  Già, perché questo atto del lavoro,  offrirà,  al capitale, con l'animo gentilizio natalizio del capitale, certamente rilevanti e significative tutele ...

Perchè ancora l'articolo 18? Per chiudere il capitolo 68 e colpire anche il pubblico impiego

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Lo hanno definito totem, per alcuni dizionari totem significa oggetto inanimato nel quale un certo clan riconosce il proprio antenato mitico, e nell'accezione moderna, si utilizza tale concetto, per definire un cartellone pubblicitario a pilastro.  L'articolo 18 viene, dunque, presentato come uno slogan della vecchia ideologia, come un qualcosa di arcaico, primitivo, di anacronistico, od anche come una slogan pubblicitario semplicemente da cestinare.  Chi vive la conflittualità nei luoghi di lavoro, ben è consapevole di cosa significhi oggi, in questo secolo, ma anche negli ultimi decenni del  pregresso , la tutela di cui all'articolo 18.  Tutela applicata ad una platea minima di lavoratori,stante il fatto che il 70% del sistema produttivo italiano è caratterizzato da piccole aziende, sotto i quindici dipendenti e ciò certamente non per colpa dell'articolo 18, ma  perché  la storia di questo Paese è sempre stata caratterizzata dalla piccola i...

Lavoro: si rischiano sino a otto anni di precarietà continuativa

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Mi chiedo a cosa serve ancora oggi riportare la seguente formula, come indicata nel decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368:  “ Il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato costituisce la forma comune di rapporto di lavoro? Frase, che sarebbe anche un principio di diritto, che ha modificato quella pregressa “il contratto di lavoro subordinato è stipulato di regola a tempo indeterminato”. Dunque da regola a formula comune e da formula comune a indeterminatezza nel suo essere determinato, come determinata è la precarietà. La nuova riforma sul tempo determinato deve essere necessariamente letta in correlazione con il contratto di apprendistato. Contratto che nei peggiori di casi potrà arrivare sino a cinque anni, come il caso dei profili professionali caratterizzanti la figura dell’artigiano individuati dalla contrattazione collettiva di riferimento, e comunque, arriva di norma nelle più comuni forme di apprendistato sino a tre anni. Certo, sull'apprendistato v...

Scioperano i lavoratori, si punisce la RSU, accade nella Firenze di Renzi

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L'Italia ha conosciuto sempre immense repressioni nei confronti dei lavoratori e del diritto di sciopero. In particolar modo dalla seconda metà del 1800, passando per i moti di Milano, al fascismo, al presente. Al grido pane, pane, pane, si rispondeva con leggi speciali, con armi da fuoco, carcere duro.  Venivi arrestato se qualche mese prima dell'entrata in vigore delle leggi speciali avevi osato  frequentare od eri amico di anarchici, socialisti. Bastava cantare l'inno dei lavoratori, leggere poesie rivoluzionarie, o semplicemente sognare la rivoluzione per essere imprigionati, isolati e rischiare di morire, e spesso morivi.  Si punivano gli intenti. Si punivano le condivisioni.  Si puniva la responsabilità, a detta del sistema, oggettiva.  Anno 2013, il giorno 5 e 6 dicembre a Firenze, la Firenze dell'allora Sindaco Renzi, sull'onda di Genova, che a sua volta, anche se con scoppio ritardato, seguiva l'onda pregressa di Milano, i lavoratori del settore dei...

L'accordo sindacale di gennaio 2014, una mannaia sulla democrazia e libertà sindacale

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10 gennaio 2014. Una data che non dimenticheremo facilmente. La triplice, o meglio la quadruplice alleanza, per inteso CGIL, CISL, UIL e CONFINDUSTRIA, hanno stipulato l'accordo esecutivo di altri due provvedimenti nefasti, quali l'Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011 ed il Protocollo 31 maggio 2013. Accordi che ledono chiaramente l'articolo 39 della Costituzione, quando questa afferma che l 'organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.  E' condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce...

Attenzione al #Jobsact si insegue il pericoloso modello tedesco

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In un mio recente intervento scrivevo che il renzismo è la nuova espressione del capitalismo italiano e che ben dopo cinque anni di guerra, l'Europa del Sud, martoriata, ad oggi, ha due strade, o chiudersi nei recinti del nazionalismo esasperato, o rincorrere quel capitalismo che ha imposto miseria ed austerità con tutte le implicazioni del caso. Ciò  perché  ancora latita la terza via, quella rivoluzionaria ed anticapitalista. La bozza della bozza renziana chiamata, non casualmente, JobsAct , eppure l'Italia è stata per secoli la patria della civiltà giuridica occidentale ed ora pure la terminologia muta così come muterà la concezione del nostro diritto sociale, ricorda, per molti aspetti, alcuni principi presenti nel sistema capitalistico tedesco.  E' interessante notare come nel 1952, l’anno successivo alla emanazione della MITBESTIMMUNG, venne promulgato in Germania, il GERMAN WORKS CONSTITUTION ACT . Coincidenze? Tra le varie cose, con le sue normali...