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Visualizzazione dei post con l'etichetta giorno della memoria

Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

La deportazione di migliaia di ebrei e la grande fuga da Trieste

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  Le leggi Razziali nel settembre del '38 vennero volutamente proclamate a Trieste, perché in questa città già asburgica vi era la più importante comunità di ebrei italiani e perché il razzismo contro i popoli slavi aveva seminato il campo per quell'abominio che si realizzerà con il nazismo e reso possibile grazie alla complicità del fascismo. In Italia furono quasi 10 mila gli ebrei deportati nei campi di concentramento, le cifre ufficiali racconterebbero di circa 7.200 ebrei italiani che vennero deportati dai nazisti durante l'occupazione tedesca dell'Italia tra il 1943 e il 1945. Tra i primi studi effettuati vi furono i quaderni prodotti dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (sorto a Milano per iniziativa della Federazione Giovanile Ebraica d'Italia), ma nel tempo si susseguirono diversi testi come quello dello storico Jeno Levai che condusse nel corso della sua vita una lotta durissima attraverso la stampa contro l'antisemitismo ungh...

Caro Presidente, la vera "sciagura nazionale" fu il fascismo con oltre vent'anni di barbarie

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Il discorso per il giorno del Ricordo, da parte del Presidente della Repubblica, è sempre atteso. Oltre dieci anni di discorsi. Sono anni che sono caratterizzati da uno spirito chiaro ed univoco e quello di quest'anno da parte del Presidente di Mattarella ne è l'evidenza. L'ennesima evidenza di questo spirito. Si parla, per la prima volta, di sciagura nazionale . E si parla, per l'ennesima volta, di pulizia etnica. No, non c'è stata alcuna pulizia etnica contro gli italiani. E' un concetto antistorico, non rispettoso dei fatti accaduti. E' un concetto, invero, politico. Chiaramente politico. Come politico è il discorso del Presidente della Repubblica. Caro Presidente, perché in Italia non si è mai usato dall'alto delle Istituzioni il concetto di sciagura nazionale , per parlare del fascismo? Dei crimini compiuti dal nazifascismo? La cui opera di sciagura iniziò per mano di quell'occupazione della città di Fiume nel 1919 come capeggiata da D...

Inciampando sulla storia

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Dal 1992 si è diffusa un pò ovunque l'iniziativa dell'artista tedesco sconosciuto ai più fino a quel momento e diventato famoso grazie alle sue pietre d'inciampo, Gunter Demnig . Un piccolo blocco quadrato di pietra (10x10 centimetri), ricoperto di ottone lucente, posto davanti alla porta della casa nella quale ebbe l’ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno ed il luogo della deportazione, la data della morte. In Europa ne sono state installate già oltre 70.000. Questo è quanto si può leggere nei vari siti che parlano di queste pietre. Il costo medio è di 150 euro, a volte provvedono i Comuni, a volte le comunità. Iniziativa che divide, non tanto per il valore simbolico che avrebbe, ma per la funzionalità, l'efficacia e anche perché spesso queste pietre sfuggono all'attenzione dei più soprattutto in una società frenetica come la nostra e distratta. Pietre d'inciampo, ma in realtà non...

A Gorizia si mescola la storia coinvolgendo le scuole, tra giorno della Memoria e del Ricordo

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In Italia c'è il vizietto di mettere insieme due date contrapposte e incompatibili storicamente tra di loro, quella del 27 gennaio e quella del 10 febbraio. Ma la cosa che dovrebbe spingere a riflettere seriamente è il coinvolgimento delle scuole che spesso le vede loro protagoniste in tutto ciò. A quando una giornata unica della memoria? Perché di questo passo è a ciò che si arriva. Con la sottile differenza che il 27 gennaio si ricordano le vittime dei carnefici del nazifascismo, ma il 10 febbraio nel frullato storico nazionalistico in chiave antislava e anticomunista che si è posto in essere in Italia si andranno a ricordare volendo o non volendo anche quei nazifascisti che vennero uccisi e rientrano sotto la dicitura generica di "martiri delle foibe". D'altronde basta andarsi a leggere alcuni "premiati" nel giorno del Ricordo per farsi una minima idea di cosa accade in questo giorno.  Il giorno della Memoria istituito nel 2000, così recita: La...

27 gennaio, ricordare per non dimenticare, anche se la storia si sta ripetendo

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Dopo la crisi del 1953, ed il difficile 2018, anche per il 2019, l' Orologio dell'apocalisse ( Doomsday Clock )  ideato nel 1947, dopo la fine della disastrosa seconda guerra mondiale, dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell'Università di Chicago per misurare il pericolo di una ipotetica fine del mondo. Un tempo si prendeva in considerazione solo la guerra, oggi anche altri fattori, come i cambiamenti climatici. Siamo a due minuti dalla mezzanotte, l'ora dell'apocalisse. Come nel 2018, come nel 1953. Una delle date più importanti che si è data l'umanità, anche se tardivamente, è il 27 gennaio, il Giorno della Memoria, il giorno in cui l'Armata Rossa libererà il campo di Auschwitz. In Italia è stato istituzionalizzato a partire dal 2000.A livello globale solo dal 2005 con una risoluzione dell'ONU *.  Ci son voluti 60anni per istituzionalizzarlo! Quando la storia si muove con estrema lentezza quando deve condannare se...

FVG: un bando per le scuole che mette sullo stesso piano giorno della memoria e del ricordo

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E alla fine ci sono riusciti. Un bando univoco, che mette sullo stesso piano due eventi storici, due memorie storiche, due fatti storici, completamente diversi se non opposti. Quale il Giorno della Memoria ed il Giorno del ricordo. Con il paradosso che se nel primo caso, che è il 27 gennaio, si ricordano le vittime dell'Olocausto, del nazifascismo, delle deportazioni nei campi di concentramento nazifascisti, nel secondo caso, come la storia di questi ultimi anni ha ben evidenziato, sono stati onorati anche coloro che sarebbero stati carnefici per diventare dunque vittime il 10 febbraio. Ciò perchè nella frenesia di arrivare a determinare una legge governata da uno spirito anticomunista e antislavo si è arrivati a strumentalizzare i drammi vissuti da chi è stato travolto dagli eventi della seconda metà del '900, di cui ne è stato certamente vittima, facendo di tutta l'erba un canonico fascio. Nessuno mette in discussione che degli innocenti nelle foibe una volta uccisi s...

Il FVG ha intenzione di equiparare il giorno del ricordo alla Giornata della Memoria

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Tanto tuonò che alla fine piovve. E se piovve. Distanziate da una manciata di giorni, il 27 gennaio, Giornata della Memoria, ed il 10 febbraio, giorno del ricordo, alla fine verranno messi sullo stesso piano.  Di tentativi ve ne sono stati a bizzeffe nel corso degli anni, mescolando e mettendo insieme due momenti, due memorie totalmente inconciliabili tra di loro.  Perchè nel Giorno della Memoria si racconteranno, si commemoreranno le vittime del nazifascismo, ma nel giorno del ricordo, verrà ricordato e onorato anche chi è stato nazifascista, come ricerche e studi hanno ben sottolineato nel corso di questi anni, da quando è stata scritta e normata ed è entrata in vigore la legge simbolo del revisionismo storico italiano, nel senso negativo del termine, quale la Legge 30 marzo 2004, n. 9.  In FVG, madrina di questa legge, perchè nata qui, partendo dal presupposto errato che le vicende del confine orientale fossero totalmente sconosciute in Italia, quando i centi...

80 anni dalle leggi razziali proclamate a Trieste, ma si dimentica Trieste. Perchè?

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Nel 2013, lì ove il 18 settembre 1938 Mussolini innanzi a duecentomila persone annunciava le infami leggi razziali, lì accanto alla fontana dei Quattro continenti, che in quel nefasto anno venne rimossa per liberare la piazza da ogni fisico e materiale ostacolo alla proclamazione dell'infamia del Regime, alle 12 e 15 il telo blu che copriva la targa d'acciaio veniva sollevato. Un gesto lungo 75 anni per una targa d'acciaio che rischi di calpestare senza accorgertene. Trieste è l'unica città d'Italia ad aver avuto un campo di sterminio, la Risiera, certo in quel periodo era sotto occupazione tedesca.  Il Governo ha presentato gli eventi previsti per il “Giorno della Memoria 2018” (27 gennaio), patrocinati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah.Si legge nel comunicato che "il 2018 è un anno ricco di significato per la memoria della Shoah, in quanto si ricorda anche la ricorrenza del...

Ricordare per essere liberi applicando la memoria

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L'ultima frase di Ondina Peteani prima di morire è stata "E' bello vivere liberi". Ed aveva ragione. Ma per essere liberi e vivere la bellezza nella libertà e della libertà si deve avere memoria, si deve ricordare per essere liberi. Mai come in questo 2016 il giorno della memoria è stato effettivamente sotto tono. Non è passato neanche un secolo da quella tremenda carneficina, violenza disumana, propria del fascismo e del nazismo. Eppure il giorno della memoria esiste da pochi, pochissimi anni. Sarà solo del 2005 la risoluzione ONU che istituisce ufficialmente il giorno della Memoria individuandolo nel 27 gennaio, perché in quel giorno le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. In Italia, tale ricorrenza, la si aveva solo da qualche anno prima. Ci sono voluti diversi decenni per arrivare a riconoscere l'ufficialità del Giorno del Memoria. Eppure sembra che questo giorno ci sia da sempre. Ma non è così. La memoria, la ...

Ondina Peteani, una donna che ha osato la libertà. Intervista a Gianni Peteani

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Con questo intervento, apro, nel giorno della Memoria, un breve ciclo di interviste, che hanno lo scopo di far capire l'importanza di dedicare a Trieste e non solo a Trieste una via ad Ondina Peteani. Contro ogni oblio, per una memoria perenne che possa insegnare alle nuove generazioni il senso della libertà, cosa oggi da molti data per scontata.L'intervista che segue interessa il figlio di Ondina Peteani, Gianni. Vi saranno parole forti, emozionanti, figlie di quella speranza ma anche della sofferenza che ha attraversato la vita di entrambi. Emergeranno particolari,anche duri, cruenti, in alcuni passaggi sembra di toccare con mano i luoghi nefasti che hanno imprigionato Ondina, come il carcere del Coroneo, il carro bestiame ed il fango di Auschwitz, ma nello stesso tempo si riesce a percepire quella umiltà, quella semplicità e quella voglia di essere semplicemente libere e liberi che segnerà la vita di Ondina e la sua storia, è una storia che non può e non deve es...

Il campo di concentramento dimenticato di Visco (foto)

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In provincia di Udine, a Visco, esiste l'unico campo di concentramento del regime fascista in Italia ancora integro. In base alle testimonianze storiche risulta che vi furono rinchiuse tra le 3 e 4 mila persone, rastrellate anche a colpi di lanciafiamme, furono rinchiusi anche 120 bambini e molte donne. La sua attività disumana ha avuto luogo tra il 1941 e il 1943, imprigionando in prevalenza sloveni e croati. La superficie dell'area, che comprende anche l'ex caserma Borgo Piave, è enorme, è di circa 130 mila metri quadrati. Ma ad oggi quel luogo è dimenticato, abbandonato. La cosa che mi ha sorpreso di più è oltre il senso dell'inquietudine che ha invaso ogni mio senso, è  il non aver intravisto neanche un cartello, nessuna insegna. Nulla. Vuoto e degrado. Silenzio ed abbandono.  Sul futuro di quel luogo si è molto discusso, tra chi voleva proporre mobilifici o centri commerciali o musei. Il ministero per i Beni e le attività culturali h...