La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Quando a Monfalcone, sotto l’Italia, ma su invito di un ex tenente austriaco, i carabinieri arrestarono degli operai che denunciavano i crumiri

 


L’interrogazione discussa alla Camera nella sessione del 24 giugno 1920 vede protagonista la città dei cantieri, Monfalcone, in ordine ad un fatto di cronaca politica interessante. L’interpellante si rivolse al ministro dell’interno per sapere in base a quali disposizioni di legge il 23 marzo del 1920 a Monfalcone il brigadiere dei carabinieri obbedendo all'invito dell'ex-tenente austriaco Fornasiev, ingegnere-capo del locale cantiere, abbia arrestato i cittadini Boscarol e Cotti, soltanto perché essi avevano tacciato di crumiro l'ingegnere Zar. Bastava poco per essere arrestati.
Il ministro rispondeva in questo modo: Il fatto oggetto dell'interrogazione ha relazione allo sciopero dello scorso marzo che rese inattivo per alcuni giorni il cantiere di Monfalcone. In quell'occasione, e precisamente il 23 marzo alle ore 8,30 i Reali carabinieri incaricati della sorveglianza dell'ordine pubblico nei pressi del cantiere, durante la perlustrazione, notarono, nelle  adiacenze, che gli impiegati del cantiere stesso, Boscarol Giuseppe e Cotti Armando, che facevano parte di un numeroso gruppo di scioperanti, erano i più accesi denigratori degli operai ed impiegati che, non aderendo al movimento, volevano indisturbati recarsi al lavoro. Particolarmente fu fatto segno di ingiurie verbali, l'ingegnere Zar. Il contegno degli impiegati Boscarol e Cotti avrebbe potuto dar luogo a gravi incidenti ed è perciò che, per misura di pubblica sicurezza, il brigadiere dei Reali carabinieri, addetto al servizio, ritenne d'invitarli nella vicina caserma ove furono trattenuti fino alle ore 15 dello stesso giorno 23 marzo. Non risulta che il predetto brigadiere dei Reali carabinieri in tale occasione abbia agito in seguito ad invito dell'ingegnere Zar.  Insomma, degli operai spacciati per provocatori, che agivano contro i crumiri e a sostegno della lotta operaia.

mb 

fonte foto ERPAC FVG

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