Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il Comitato europeo dei ministri mette sotto osservazione la Slovenia sui diritti delle minoranze. Entro il 2023 deve risolvere le criticità

 


La notizia è stata data in prima battuta da RadioCapodistria a cui è seguito anche l'approfondimento di Stefano Lusa. Si tratta del provvedimento del Comitato dei Ministri europeo che è intervenuto ai sensi dell'articolo 16 della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Evidenzia il comitato che una volta preso atto della valutazione effettuata dal Comitato di Esperti della Carta Europea a tutela delle lingue minoritarie, in merito all'applicazione della Carta da parte della Slovenia; preso atto delle osservazioni presentate dalle autorità slovene sul contenuto della relazione del Comitato di esperti; tenendo presente che questa valutazione si basa sulle informazioni fornite dalla Slovenia nel suo quinto rapporto periodico, informazioni supplementari fornite dalle autorità slovene, informazioni presentate da enti e associazioni legalmente stabiliti in Slovenia e sulle informazioni ottenute dal Comitato di esperti durante la visita in loco; raccomanda alla Slovenia di tenere conto di tutte le osservazioni e raccomandazioni del Comitato di esperti e, in via prioritaria:

1. riconoscere il croato, il tedesco e il serbo come lingue minoritarie tradizionalmente parlate in Slovenia e di applicare le disposizioni della parte II della
Carta europea delle lingue regionali o minoritarie  a queste lingue, in collaborazione con gli oratori;

2. sviluppare l'insegnamento della lingua e della cultura romanì a tutti i livelli appropriati;

3. intensificare le misure per sensibilizzare il pubblico alle lingue regionali o minoritarie nell'istruzione ordinaria e nei mass media;

4. garantire risorse sufficienti per la fornitura di programmi televisivi in ​​ungherese e italiano.

Il Comitato dei Ministri, conclude, invitando le autorità slovene a fornire le informazioni sull'attuazione delle raccomandazioni per un'azione immediata contenute nel quinto rapporto del Comitato di esperti a tempo debito e nel loro sesto rapporto periodico entro il 1 ° gennaio 2023.

Dunque la Slovenia finisce sotto osservazione per le mancate e piene tutele dei diritti delle minoranze, inclusa la questione di RadioCapodistria, patrimonio comune universale da salvaguardare e che invece in Slovenia continua ad essere sistematicamente sotto attacco a partire dalla vicenda dei tagli.

 

mb 

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