Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

La restituzione del Narodni dom sarà effettiva e concreta solo dopo la modifica della legge del 2001

La firma del protocollo di restituzione ad oggi simbolica del Narodni dom di Trieste è avvenuta alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor. Il memorandum d'intesa, come rende noto il ministero dell'Interno nel suo comunicato, è stato siglato nella prefettura di Trieste dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, dal ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, dal direttore generale dell’Agenzia del Demanio Antonio Agostini, dal presidente della regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, dal rettore dell’Università di Trieste Roberto Di Lenarda, dal presidente Unione Culturale Economica Slovena - SKGZ Ksenija Dobrila, dal presidente della Confederazione Organizzazione Slovene – SSO Walter Bandelj.

Come si legge nel testo del protocollo l’edificio sito in Trieste alla via Filzi 14, già noto come Narodni Dom e sede della Casa di cultura slovena fino all’incendio del 13 luglio 1920 è dal 1981 di proprietà dell’Università degli Studi di Trieste, che vi ospita la Scuola di Studi in Lingue Moderne per interpreti e traduttori. Si ricorda che già nel mese di ottobre del 2019 erano state esaminate in sede di Tavolo Istituzionale permanente sulle questioni della minoranza linguistica slovena presso il Ministero dell’Interno e di Sezione Operativa dello stesso Tavolo presso la Prefettura di Trieste, diverse ipotesi di intervento finalizzate a garantire il buon esito dell’iniziativa. Sarà in data 13 maggio 2020  con una Lettera d’Intenti quale preintesa sul programma operativo per la restituzione è stata inviata ai Firmatari, che si porranno le basi che porteranno al protocollo del 13 luglio. Ma i tempi sono lunghi. Perchè la restituzione sia effettiva sarà necessario modificare la legge. Stante il fatto che la legge del 2001 non contempla il passaggio di proprietà del Narodni dom agli sloveni ma solo l'utilizzo gratuito. Ed infatti nello stesso protocollo si scrive chiaramente che  sarà cura del Ministero dell’Interno  a presentare una proposta normativa di modifica dell’art.19 della legge 23 febbraio 2001, n. 38, secondo la quale, fatta salva la verifica dell’equilibrio economico dell’intera operazione, potendo tener conto degli oneri sostenuti per la rifunzionalizzazione degli immobili oggetto di trasferimento reciproco tra lo Stato e l’Università   il Narodni Dom di Via Filzi sarà trasferito, a titolo gratuito, in proprietà alla Fondazione dell’Unione culturale economica slovena - SKGZ e della Confederazione delle organizzazioni slovene- SSO di cui all’art. 8;  all’Università degli Studi di Trieste sarà trasferito, a titolo gratuito, in proprietà l’immobile denominato ex Ospedale Militare, già utilizzato come Casa dello Studente in concessione ai sensi dell’art 10 del D.P.R. n.296/2005; - al Demanio dello Stato (rappresentato dall’Agenzia del Demanio) saranno trasferiti, nello stato di fatto e di diritto attuali, a titolo gratuito, in proprietà immobili dell’Università degli Studi di Trieste individuati negli edifici siti in Trieste rispettivamente alla via Manzoni 16(/ via Gambini 6), alla via Economo 4 e alla via Tigor 22 (o altri), per essere destinati al soddisfacimento di prioritari interessi dello Stato, che saranno definiti ai sensi dell’art.7. Entro sei mesi dall’entrata in vigore della proposta normativa di modifica della legge del 2001 saranno formalizzati gli atti di esecuzione del trasferimento ex lege in proprietà degli immobili di cui al protocollo.

Dunque, la strada ancora da percorrere, seppur tracciata, non è giunta al suo termine per la restituzione del Narodni dom agli sloveni. Restituzione che è avvenuta ad un prezzo storico di portata enorme che ha visto la più alta carica della Repubblica slovena inginocchiarsi, nel bene o nel male, al simbolismo innegabile del revisionismo storico italiano, la foiba di Basovizza.

mb

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