Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Cosa si ricorda oggi della vecchia Jugo?


La storia nel confine orientale è condizionata dalle memorie famigliari più che altrove. A prescindere da quale fazione si facesse parte e ciò ne ha determinato, nel bene e nel male, ancoraggi che ancora oggi vedono il simbolo di queste memorie famigliari, Trieste, fare una fatica che neanche Ercole avrebbe forse avuto la forza di affrontare per slegarla da quel passato che continua a portarla indietro nel tempo. La storia è vita, ma di storia si può anche morire e far morire una città. E Trieste continua ad andare avanti con il passo del gambero. Se oggi si pensa alla vecchia Jugo, che ricordi si hanno nella memoria collettiva? Anche qui dipende da come la si è vissuta o conosciuta quella storia. Ma gli stereotipi sono quelli prevalenti. Si ricorderà la domenica delle scope, degli assalti al mercato dei jeans di Trieste, si ricorderà delle furbizie per nascondere grappa o la carne per portarla dalla Jugoslavia all'Italia, o dei vestiti indossati sopra altri vestiti, per andare poi magari a rivenderli in Jugo o regalarli a qualche amico, o il caffè camuffato nei modi più assurdi da fare invidia a James Bond. Si ricorda la mitica  Zastava Yugo, le caramelle pez che per tanti bambini italiani erano tra le caramelle più buone del mondo, il lasciapassare, la propustnica, i vizi di Tito a Brioni. Sono più o meno simili i ricordi prevalenti nella memoria collettiva sulla vecchia Jugoslavia. Va detto che la Jugoslavia comunque rispetto all'Unione Sovietica non ne è uscita poi tanto demolita a livello di immagine. Basta pensare all'impostazione cinematografica data da Hollywood ai sovietici. Ed il motivo è anche semplice. La Jugo si è salvata per aver rotto con i sovietici, da questo punto di vista, nella famosa crisi tra Tito e Stalin e l'essersi avvicinata all'Occidente ha dato in suoi frutti, almeno per un periodo importante. Oggi si continua a ripetere che in Jugoslavia cresce la nostalgia di quel tempo, ma anche per un semplice motivo. La Jugo ha tenuto insieme popoli oggi divisi in piccole nazioni che non hanno molto peso nello scacchiere internazionale. Insieme furono una potenza, la Jugo fu tra le forze vincitrici della seconda guerra mondiale. Poi, si divisero in modo catastrofico. Con la Slovenia prima e la Croazia poi che diedero il via libera alla dissoluzione della Jugo. Una guerra tremenda alle porte dell'Europa occidentale e che la stessa Europa ha contribuito a demolire e attaccare. Quell'esperienza della Jugo è irripetibile, ha segnato il suo tempo e la sua storia. Ma è interessante domandarsi, cosa si ricorda della vecchia Jugo? Quali sono i ricordi più diffusi? Perchè ci sono generazioni che non sapranno niente della Jugoslavia e quel c'era una volta può aprire un libro che ognuno leggerà a modo proprio.

mb

Commenti

  1. Io ricordo i nostri viaggi in Jugo,i filetti interi,le mangiate nei ristoranti,le verze crude tagliate finemente,le creme del Nebotičnik,i prodotti tipici,la Radenska e Rogaška,le marionette a teatro,le gite sulla Sava con i miei cugini...Ho un bellissimo ricordo della Jugo.Oggi i giovani sloveni non sanno nulla della Jugo di TIto.Buona domenica Marco-Lepo nedeljo želim.OLga

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