Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

Immagine
Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

A Monfalcone l'Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia diventa "milizia partigiana titina". Quella targa sbagliata sul 12 giugno del '45 che si collega a quella del 12 settembre

"Dal primo maggio al 12 giugno 1945 le milizie partigiane titine occuparono la città di Monfalcone con la volontà di annessione alla Jugoslavia. In quei quaranta giorni si consumarono sofferenze, violenze, sopraffazioni e deportazioni a danno della popolazione. Questa lapide vuole rendere omaggio agli scomparsi e a coloro che persero la vita a causa di una crudele barbarie ideologica. Essa è collocata nello spazio antistante le carceri di allora, dove furono arbitrariamente reclusi tanti concittadini. Che nel ricordo di quella tragica stagione si possa consolidare la speranza di un futuro migliore per le nuove generazioni. 1945-2020. Comune di Monfalcone".
Questo è il testo sulla lapide di piazza Cavour inaugurata il 12 giugno 2020. Ponendosi la città di Monfalcone in linea con Trieste e Gorizia. Un testo che contiene comunque degli errori. Innanzitutto non si capisce perchè si scrive il primo maggio in lettere e il 12 giugno in cifre. Poi i giorni di occupazione non furono quaranta, come riportato nella lapide.  Tra la prima e l'ultima data trascorrono 42 giorni. Non quaranta. Si inventano la categoria delle milizie partigiane titine.
Ora, l'unica realtà che veniva identificata come milizia era quella fascista. Come si dovrebbe sapere. La Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. In acronimo MVSN. Le camicie nere. I partigiani erano suddivisi in brigate, formazioni, gruppi, divisioni, corpi, ma non milizie. Non esistono le milizie partigiane titine. Venivano chiamate in senso dispregiativo bande, ad esempio. O "titini" quelli jugoslavi, sempre con sentimento di disprezzo. Ma i "titini" erano un vero e proprio esercito. Si chiamava l'Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia, suddiviso in brigate e divisioni, corpi. E quell'esercito ha vinto la guerra. Non voler riconoscere il carattere di esercito ai partigiani jugoslavi è un sentimento ben radicato in alcune aree dell'estremismo nazionalista italiano e di destra, quello che non riesce ad accettare che il nostro Paese a causa del fascismo sia uscito sconfitto dalla seconda guerra mondiale. E di aver perso anche per mano di quel popolo slavo ritenuto a partire da D'Annunzio in poi come "inferiore" rispetto all'inventata "razza italica". D'Annunzio per legittimare la presa di Fiume scrisse: "Come Idria, Postumia aspetta a noi. Se non la tenessimo, il flutto della gente balcanica, il flutto della barbarie schiava, giungerebbe a una ventina di chilometri dalle mura di Trieste".  Il termine barbarie collegato agli slavi era tipico nel linguaggio del nazionalismo italiano prima, del fascismo poi. Interessante notare come nella targa del 12 giugno vi sia  il concetto di barbarie, riferito all'ideologia di cui si fecero portatori i "titini" nell'atto di quella sorta di "epurazione" avviata a Monfalcone in conseguenza di oltre vent'anni di fascismo e di collusione con il regime nazista.
La liberazione di Monfalcone avvenuta il 1 maggio, con la contestuale occupazione della città ne è stata una conseguenza di quella storia fascista e nazista. Dicono che ci furono sopraffazioni, deportazioni a danno della popolazione. Ma non scrivono che la quasi totalità di chi subì queste azioni furono fascisti, o che hanno avuto un ruolo nel fascismo, tra X MAS, ispettorato speciale di sicurezza, podestà, semplici camerati, come ben riportato nell' elenco della RSI .
Ciò non significa giustificare, ma effettuare la giusta contestualizzazione storica. E' una constatazione dei fatti, nulla di più. Che viene omessa. E la storia non la si può fare con le omissioni. Perchè non è più storia, ma politica.
L'ignaro cittadino nel leggere quella formula così generica potrebbe intendere che la popolazione nella sua interezza ne sia stata vittima di quella occupazione e di quelle violenze. Ciò è dal punto di vista storico estremamente scorretto e sbagliato e fuorviante. Perchè semplicemente non corrispondente al vero. Come sbagliata è quella targa nella sua impostazione, nella sua nascita e nel suo senso ideologico che si collega idealmente a quell'altra targa del 12 settembre, che celebra come atto di amor patrio l'occupazione della città di Fiume da parte dei legionari capeggiati dall'antislavo D'Annunzio. Fecero vivere a Fiume 500 giorni di dittatura distruggendo il tessuto economico e sociale della città e compromettendo la sua autonomia storica per far scivolare la città di Fiume sotto le redini del regime fascista. 
Due targhe condizionate dall'ideologia nazionalista che in questi tempi si espande un pò ovunque. L'auspicio è che quando si chiuderà la parentesi destra che sta vivendo ora Monfalcone, e la città ritornerà alla sua normalità, sia la targa del 12 settembre collocata al monumento dei legionari, sia questa del 12 giugno di piazza Cavour, possano sparire. Perchè non è in questo modo, con queste impostazioni storiche sbagliate fin dall'origine che si potrà consolidare un futuro migliore per le nuove generazioni.

mb


Commenti

  1. Monfalcone è stata occupata il 1 maggio dalle truppe neozelandesi, che, dopo aver attraversato il ponte di Pieris, sono arrivate in città nel pomeriggio. Vi è ampia documentazione fotografica. È un falso storico.

    RispondiElimina
  2. A Monfalcone - Tržič il 1. maggio 1945 all'alba è arrivata la brigata "Ivan Gradnik" della 30. divisione del IX. Corpo d'Armata dell'Esercito jugoslavo membro della coalizione antinazista e prima antifascista insieme agli USA, Gran Bretagna, Francia e Unione sovietica. La divisione neozelandese sul ponte di Pieris fu salutata da un unità della Resistenza slovena OF al comando di Josip Primožič, nativo di Savogna d'Isonzo - Sovodnje. Punto! Percorrendo la strada costiera verso Trieste fu il 2. maggio - per sbaglio - fermata dal fuoco dei combattenti della 31. divisione del IX. Corpo d'Armata e poi lasciata passare. Giunse a Trieste il 2. maggio. Il Battaglione d'Assalto della 31. divisione invece il 1. maggio alle 5.00 era già in Via Rossetti e la Compagnia d'Assalto della brigata Srečko Kosovel alla Stazione centrale dei treni. E' opportuno conoscere tutte le fonti - anche se scritte in una lingua che non si conosce... ...

    RispondiElimina
  3. Sì ma l'autore ce l'ha a morte con il Vate che non aveva nulla di fascista, al punto da essere apprezzato dallo stesso Lenin. Secondo me sì confondono i limiti politici e i disturbi della personalità di D'Annunzio con la sua effettiva militanza. Addirittura si parla di 500 giorni di dittatura rispetto all'impresa di Fiume, quando forse quei 500 giorni, con tutti i loro limiti, rappresentano l'unico sussulto di sovranità nazionale mai vissuto dall'Italia dall'unificazione ad oggi.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot