C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

"Ci ricorderemo di tutto" Il duro e sacrosanto monito dei medici contro chi vuole insabbiare le responsabilità per la strage del coronavirus

Applausi, eroi, grazie, eppure, il 10% e anche più degli operatori sanitari sono contagiati, una strage di medici uccisi sul lavoro, e non è solo per colpa del virus che per quanto è successo. No. Ci sono delle responsabilità che vanno accertate, tanto dalla magistratura, quanto dalla commissione d'inchiesta parlamentare che dovrà essere istituita. Ed in tutto ciò i medici iniziano a far sentire la loro voce. L'occasione è data dagli emendamenti della vergogna con i quali si volevano conferire "una sostanziale immunità per le strutture sanitarie e per i soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria, in relazione agli eventi avversi accaduti durante la pandemia da Covid-19 e in particolare “in caso di danni agli operatori”. Vari ordini dei medici diffondono un comunicato chiaro, di condanna e non solo. Deprecando gli emendamenti, che porterebbero ad una de-responsabilizzazione, quando delle responsabilità ci sono, tanto a livello periferico, quanto a livello centrale e scrivono " si piangono i pazienti, ma non si potrà verificare se i sanitari sono stati messi nella condizione di curarli con tutti gli strumenti possibili. E se sono stati tutelati o mandati ad ammalarsi nell’esercizio delle loro funzioni". Invitando a chiedere scusa solo per aver pensato ad alcuni emendamenti del genere "per aver pensato di assolvere a priori le strutture sanitarie e le istituzioni che avevano la responsabilità e il dovere di tutelarci: tutto il paese è al nostro fianco". Per poi concludere con un inequivocabile "Ci ricorderemo di tutto".

mb

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