Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'Italia va in "zona protetta", chiamala se vuoi, quarantena per 60 milioni di persone. Grazie ai furbetti, paghiamo tutti

Ottimo. Perfetto. Per dire. Grazie agli irresponsabili, grazie alla stronzata delle città che non si fermano, grazie a chi ha sottovalutato la situazione, grazie agli imbecilli che si facevano i selfie mentre condividevano in gruppo i loro momenti social di piazza, mentre nel Paese centinaia di persone crepavano per il coronavirus e altre ricoverate in terapia intensiva, ed altre migliaia venivano contagiate,  grazie a chi ha favorito gli assembramenti, si è arrivato a quello che era inevitabile che arrivasse nell'Italia dei furbetti.  Il NY Times quando in un suo articolo ha criticato gli italiani per la loro furbizia, perchè si credevano i furbi di questa minchia quando violavano le regole di contenimento del coronavirus, in rete si è scatenata la rivolta. Perchè ti è stata sbattuta in faccia la realtà. Quella che non vuoi vedere. Grazie a quelli che ti prendevano per il culo se indossavi la mascherina, grazie a quelli che hanno trattato la questione del coronavirus come se fosse un fottuto raffreddore, eccoci qui. All'inevitabile. Questa è l'Italia di oggi. Tra fughe da Milano verso il sud, tra evasioni dalle carceri, fughe dagli ospedali, file interminabili ai supermercati, ci troviamo a vivere fino al 3 aprile almeno una situazione che l'Italia ha conosciuto più o meno nello scorso secolo. Quando si era in guerra, quando il Paese veniva bombardato, quando c'erano le battaglie nelle strade, tra alleati e nazifascisti, partigiani e fascisti. Siamo nel 2020, l'Italia va in quarantena. Ed è successo tutto così, da un momento all'altro. La sera prima, per il domani che verrà. E c'era chi non aspettava altro.

mb

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot