Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Caro Presidente, la vera "sciagura nazionale" fu il fascismo con oltre vent'anni di barbarie



Il discorso per il giorno del Ricordo, da parte del Presidente della Repubblica, è sempre atteso. Oltre dieci anni di discorsi. Sono anni che sono caratterizzati da uno spirito chiaro ed univoco e quello di quest'anno da parte del Presidente di Mattarella ne è l'evidenza. L'ennesima evidenza di questo spirito. Si parla, per la prima volta, di sciagura nazionale. E si parla, per l'ennesima volta, di pulizia etnica. No, non c'è stata alcuna pulizia etnica contro gli italiani. E' un concetto antistorico, non rispettoso dei fatti accaduti. E' un concetto, invero, politico. Chiaramente politico. Come politico è il discorso del Presidente della Repubblica. Caro Presidente, perché in Italia non si è mai usato dall'alto delle Istituzioni il concetto di sciagura nazionale, per parlare del fascismo? Dei crimini compiuti dal nazifascismo? La cui opera di sciagura iniziò per mano di quell'occupazione della città di Fiume nel 1919 come capeggiata da D'Annunzio? Con atto, spacciato di amor patrio, ma antislavo, che pose le basi per quello che poi sarà con l'incendio del Narodni dom del 1920, l'avvio della tentata pulizia etnica, questa sì che venne tentata, contro i popoli "slavi" che abitavano nella "Venezia Giulia", sloveni, croati, serbi e non solo. Non ho mai sentito parlare di sciagura nazionale dall'alto delle istituzioni per gli oltre vent'anni di fascismo. Ma di sciagura nazionale si parla, mi consenta Presidente, nell'ambito dell'esercizio del diritto di critica, per una breve parentesi storica che è stata, per quanto violenta, un niente rispetto a quello che ha compiuto il fascismo. Che con le barbarie attuate in gran parte è stato poi causa delle vicende che si vorrebbero ricordare nel giorno del Ricordo. La differenza sostanziale è che nel primo caso si dovrebbe raccontare  dei carnefici,  gli italiani " brava gente", oltre vent'anni di storia di carnefici, nel secondo caso, invero, si parla solo delle vittime. Sofferenze ve ne sono state, nessuno lo nega. Come si potrebbe? Ma il modo in cui si imposta questo racconto della storia pare essere funzionale e corrispondente a quella logica nazionalista che sta alla base del revisionismo storico che sta  riscrivendo in chiave nazionalista la storia del '900, e mettendo sullo stesso piano fatti storici completamente opposti e avversi tra di loro, come simbolicamente rappresentati dal 27 gennaio, giorno della Memoria, e 10 febbraio, giorno del Ricordo. E questa non è più storia, ma politica.


mb

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