Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

E' tutto solo un fottutissimo folclore

Apri un bar riempiendolo di robe fasciste? E' folclore. Fai raduni con saluti fascisti? E' folclore. In spiaggia metti motti fascisti? E' folclore. Accogli reduci e simpatizzanti del ventennio maledetto con il saluto fascista?  Negli stadi fai saluti fascisti? Neanche a dirlo. E' folclore. A quando la definizione del fascismo come folclore? Per la Treccani il "termine 'folklore' designa sia un complesso generico di materiali della tradizione (miti, leggende popolari, racconti, proverbi, indovinelli, superstizioni, giochi, ecc.) trasmessi oralmente o con l'esempio da persona a persona, sia lo studio scientifico di tali materiali". Tradizioni, mite, leggende popolari. Viene in mente a livello sociologico un pò quello che succede in Sicilia dove anche il bandito e criminale Giuliano che con la sua banda si rese responsabile della prima strage di stato italiana dopo la fine della seconda guerra mondiale, la strage di Portella della Ginestra, viene ridotto a rango di folclore. Si tratta chiaramente di contesti diversi ma in comune c'è, chiamalo se vuoi, il solito... folclore. E' tutto un folclore. La storia non la si scrive nei tribunali, non la si deve scrivere nei tribunali, ma diamine, più tamburelli e tarantelle e cantastorie per tutti, allora. Tanto, è solo un fottutissimo folclore. 

mb

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