Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

FVG groviera.Altro che Lampedusa,i migranti arrivano via Trieste.Il fallimento dei muri

La politica dei muri è stato un chiaro ed evidente fallimento. Da quando si è detto che i confini in FVG sono blindati si è registrata una grande ondata di migranti, oltre 5 mila in meno di un anno. E non c'è un solo giorno che tramite la via di Trieste non si registrano arrivi. Ogni giorno. A Trieste la situazione rischia di implodere se non si potenzia il sistema di accoglienza, d'altronde basta farsi un giro in alcuni punti della città, come la zona della stazione per capire la situazione. Città che al momento regge l'urto ma gli effetti disastrosi dei precedenti interventi governativi hanno lasciato il segno. Altro che Lampedusa. I migranti arrivano via Trieste. Ma l'attenzione mediatica e politica è tutta focalizzata sul Mediterraneo, ovviamente perchè c'è il problema dei morti in mare. Nessun muro, nessun filo spinato, nessun drone, salvo che non si decida di ritornare ai tempi della Germania nazista, potrà arrestare questa ondata di migrazioni. Niente di epocale al momento, arrivi numerici contenuti rispetto al passato, ma pur sempre importanti e significativi. Non è l'Italia la meta principale di destinazione, ma dall'Italia si deve passare per andare lì dove si cerca di realizzare migliore vita e trovare rifugio. Se poi un giorno dovesse diventare l'Italia la destinazione finale di queste migrazioni,il Paese dovrà prepararsi a gestirle a dovere. La situazione in Bosnia è intollerabile, Croazia e Slovenia si fanno i dispetti, ed i migranti, intanto, arrivano in Italia via Trieste cosa che a livello politico nazionale e nelle relazioni internazionali sembra essere se non ignorata, certamente sottovalutata. E bisogna chiedersi il perchè.

mb

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