La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

L'Italia deve chiedere perdono agli sloveni, come i tedeschi lo hanno fatto con i polacchi

"Chino il capo davanti alle vittime dell'attacco su Wielun, di fronte alle vittime polacche della tirannia tedesca, e chiedo perdono", ha sostenuto il capo di Stato tedesco in Polonia durante la cerimonia che ricordava l'ottantesimo anniversario dell'aggressione alla Polonia dalla quale scaturirà la seconda guerra mondiale. "Non dimenticheremo mai, vogliamo ricordare e ricorderemo". Ha concluso. La Germania da decenni ha avviato processi di perdono, scusa, riconciliazione. E questi processi sono stati importanti. A partire dalla vicenda di Norimberga, simbolicamente enorme nella sua portata, cosa che in Italia non si è neanche sfiorata. Anzi, vi è stata l'epurazione al contrario per contrastare il "pericolo rosso". 
Certo, non tutto è stato perfetto in Germania. Anzi. E le conseguenze le vediamo oggi. Quello che accade nella Germania dell'Est, in armonia con tutto quello che succede verso Est. Con i neofascismi che ritornano e vengono sdoganati con serenità. Con le violenze contro gli ebrei che ritornano, contro i migranti, gli omosessuali e non solo. Ma la Germana storicamente ha chiesto perdono. L'Italia, no. Non lo ha mai fatto. A partire verso i vicini sloveni. Contro cui furono avviati tentativi di pulizia etnica. Non era tanto solo la questione del divieto di parlare la propria lingua, già di per sè gravissimo come fatto. Ma di voler annientare l'identità slovena e tutto ciò che avesse radici slave, perchè considerate inferiori, bastarde, schiave. Forse a dirla tutta si è tratto di un qualcosa di molto più ampio rispetto alla canonica pulizia etnica contro lo sloveno perchè colpiva tutto ciò che fosse "slavo" e vicino agli "slavi". Concetti di odio introdotti a partire dal fascismo prima del fascismo, con la marcia su Fiume. Su Radiocapodistria si è dato grande spazio ad una richiesta che arriva sul punto:

Quando il Capo dello Stato, così come ha fatto quello tedesco, chiederà scusa in sloveno alla nostra comunità per la dittatura fascista?”. Questa la domanda che pone in questi giorni sui social Rudi Pavšič, ex presidente dell’SKGZ, une della due organizzazioni rappresentative degli sloveni in Italia, ed oggi giornalista del Novi Matajur.
Dei passi sono stati fatti, ma siamo lontani dal sentire chiedere scusa, perdono, perchè fare ciò significa riconoscere quello che ancora oggi dai più viene negato, quale l'idea di spazzare tutto ciò che fosse "slavo", in particolar modo sloveno, da questo territorio. E siamo oramai a cent'anni dall'assalto del Narodni dom di Trieste, forse nel 2020 questo passo verrà compiuto? Si chiederà perdono agli sloveni per quanto commesso dagli italiani "brava gente"? Si chiederà perdono per l'occupazione dei Balcani? Per le violenze compiute nei Balcani? Per i crimini di guerra e contro l'umanità compiuti nei Balcani? Mai puniti?
mb

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