La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

La verità per Giulio è ferma, ma il turismo italiano per l'Egitto decolla

La notizia di quest'anno è che il turismo per l'Egitto ha ripreso a funzionare. Ed i primi ad accorgersene sono stati i vari Paesi, come la Croazia ma anche l'Italia stessa che ha visto diminuire su alcuni fronti interni il turismo che in questi anni era cresciuto proprio perchè era anche diminuito quello verso l'Egitto a causa dei problemi del terrorismo e di sicurezza vigenti in quel Paese. No, nessuna questione di diritti umani o di dittatura. Questo ai turisti non interessa. E neanche ai governi dei vari Paesi. In questo anno si è assistito ad un proliferare di iniziative verso l'Egitto enorme, dai media, a catene di supermercati, a sponsor vari, e chi più ne ha più ne metta. Germania, Russia, Regno Unito, Arabia Saudita e Italia sono i principali Paesi che segnano delle entrate importanti per l'Egitto a livello turistico. E ricordiamo che circa il 20% dell'economia egiziana dipende dal turismo. I rapporti commerciali, sono essenziali tra questi Paesi, e la diplomazia è il primo canale che può rendere possibile ciò.
Peccato che mentre il turismo decolla verso un Paese che è retto da una delle dittature più temibili di questo secolo, tutto il resto è fermo. A partire dalla verità per Giulio. Come se si stesse parlando di una cosa da niente. C'è chi pensa che si possano cambiare le cose in Egitto, come se si stesse parlando di una realtà qualsiasi. Quando spesso si rischia di cadere nella trappola di un Paese che ha tutto l'interesse di essere legittimato e di passare da carnefice a vittima. Una Paese che vorrebbe dare lezioni sui diritti umani, quando questi vengono lì violati sistematicamente. E fino a quando non ci sarà verità e giustizia per Giulio non ci potrà essere alcun tipo di rapporto con l'Egitto. Continuare a mantenere rapporti con quel Paese fino a quando sarà retto da questa dittatura significa legittimarla e fare il suo sporco gioco. Quando cadrà questa dittatura forse si potrà iniziare a raccontare un Egitto diverso, ma fino a quel momento, la situazione difficilmente potrà mutare. E poi, perchè mai dovrebbe farlo? Visto che nessuna democrazia occidentale ha osato dichiarare quel Paese insicuro e richiamare il proprio ambasciatore o interrompere le relazioni diplomatiche?

mb

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