La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Mentre a Roma si chiede il richiamo dell'ambasciatore italiano,in Egitto si discute di cooperazioni economiche



La concomitanza di quanto accaduto in questo 18 luglio, ben rappresenta la situazione in essere tra Italia ed Egitto ed Europa. A Roma, la famiglia di Giulio con Alessandra Ballerini, hanno detto in faccia al Premier Conte ed al Presidente della Camera Fico, che è sempre stato sensibile e attento alla verità per Giulio, le cose come stanno. E le cose stanno messe male. La missione dell'ambasciatore italiano in Egitto è fallita. Era stato rispedito in Egitto non per avviare la normalizzazione dei rapporti diplomatici e politici tra i due Paesi ma per sollecitare progressi nell'ambito della cooperazione giudiziaria per il caso di Giulio. Zero passi in avanti. Zero totale. Zero assoluto. In tutto ciò si è in attesa di veder partire la Commissione parlamentare d'inchiesta per il caso di Giulio, a tre mesi dall'approvazione, entro le prossime settimane  pare che dovrebbe insediarsi. 
E in  Egitto quasi nelle stesse ore in cui a Roma si chiedeva il richiamo del nostro ambasciatore come si apprende dalla stampa egiziana "Il Maggiore Generale Issam Saad, Governatore del Fayoum, ha ricevuto l'Ambasciatore dell'Unione Europea in Egitto, Ivan Sorkosh, e Giampaolo Cantini, l'Ambasciatore italiano al Cairo, per discutere le modalità di cooperazione in diversi campi di sviluppo nel Governatorato di Fayoum. .Durante l'incontro è stato presentato un film documentario sul progetto di irrigazione sul campo, che è stato riabilitato e sviluppato sul Mare di Oulad Mohammed e sul Mar di Bahmou. La visita degli ambasciatori dell'Italia e dell'Unione Europea al Governatorato di Fayoum hanno incluso l'ispezione del progetto agricolo nel villaggio di Manshiyat Naguib nel centro di Tameya, e l'ispezione di altre località". 
Ora, da nessuna parte c'è scritto che la verità e giustizia per Giulio debba compromettere le cooperazioni economiche, gli affari, il business tra Italia ed Egitto. Si può benissimo conseguire la verità per Giulio e nello stesso tempo portare avanti le cooperazioni economiche,  sta al buon senso delle coscienze  e della politica decidere come comportarsi, ma qui visto che i progressi sono pari a zero, a livello giudiziario, se le cooperazioni economiche ne risentiranno avranno come responsabili solo coloro che nulla stanno facendo per attivarsi in tal senso.

E comunque ad oggi, gli affari decollano, la verità per Giulio è ferma. E' una speculazione inaccettabile sentir dire che all'Egitto non si può rinunciare perchè un partner essenziale per l'Italia a livello militare, economico, turistico, e di lotta al terrorismo e contrasto all'immigrazione irregolare  e per questo le relazioni diplomatiche non vanno interrotte. Se l'Egitto non muove un passo verso la cooperazione giudiziaria, consegnando alla giustizia gli autori materiali, i mandanti, dell'omicidio di Giulio, come si può solo osare di immaginare che le cose possano normalizzarsi? Che tutto debba continuare come se niente fosse successo?
Ma stiamo scherzando? Se i rapporti diplomatici tra Italia ed Egitto si interrompono, e  a questo punto devono solo  interrompersi, avranno come responsabile solo l'Egitto, o meglio, la dittatura che ne è al potere.

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