Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

La dura condanna della stampa inglese sul fenomeno dannunziano e occupazione di Fiume

Interessante leggere quanto riportato dalla Stampa del 25 novembre 1919, che con grande attenzione e preoccupazione e indignazione seguiva l'evolversi dell'occupazione della città di Fiume che stava ponendo l'Italia in una posizione di estrema difficoltà a livello internazionale, con il rischio di scatenare una nuova guerra, dopo la catastrofe della prima guerra mondiale. L'irresponsabilità del gesto dannunziano viene denunciata con gran forza ad esempio dalla stampa inglese. Che sicuramente aveva i propri interessi nell'area balcanica, ma le osservazioni che emergevano sottolineavano la gravità e l'irresponsabilità di quel gesto dannunziano che in modo altrettanto irresponsabile a cent'anni di distanza, in Italia, c'è ancora chi lo celebra ed esalta.
Ad esempio gli inviati del Daily Telegraph evidenziano che "siccome i nazionalisti dannunziani sono stati ignominiosamente sconfitti alle urne i risultati delle elezioni sono assolutamente contrari all'impresa dannunziana.
Si fa riferimento alle elezioni del 1919, le prime dopo la grande guerra.  Il Partito socialista e popolare italiano saranno quelli che raccoglieranno più voti seguito dal partito liberale democratico. Verrò confermato Nitti, che si oppose fin dall'inizio in modo duro all'occupazione fiumana. A Fiume, invece, le elezioni amministrative verranno vinte dalla lista annessionistica con circa il 77% dei consensi, a conferma del fatto che quell'atto minò profondamente la storica autonomia della città di Fiume.
Il corrispondente della Morning post rincalza le precedenti argomentazioni del Daily telegrafando che la disfatta elettorale dei nazionalisti dimostra che il Paese è contrario a una politica estera di avventure.
Il Daily Express titola così un suo pezzo: Minaccia di D'Annunzio all'Europa. D'Annunzio sarebbe innocuo e anche divertente in qualche operetta od in una pochade invece in quel barile di polvere che è l'Europa di oggi mentre alcuni trattati di pace non sono ancora stati firmati egli costituisce una pericolosa anomalia. La sua impresa filibustiera su Fiume è stata ormai troppo prolungata. La sua incursione su Zara e il suo disegno in Dalmazia oltrepassano ogni limite.
L'Evening Standard scrive, in modo profetico, che D'Annunzio procurerà infallibilmente una nuova guerra oppure preparerà le condizioni per una lotta terribile entro pochi anni.
E con il Natale di sangue sarà effettivamente così.
 
mb

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