La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Per chi voteranno le minoranze autoctone slovene in Friuli Venezia Giulia, e italiane in Slovenia e Croazia?


Queste elezioni europee oramai sono arrivate. 
Scontro cruciale si è detto tra nazionalismi ed europeismo, probabilmente si tratta di una prima resa di conti politica importante che vedrà forse nei prossimi cinque anni diventare le elezioni europee  il vero ago della bilancia, il bivio definitivo. Quello che in tanti si domandano è come voteranno le minoranze autoctone italiane in Slovenia e Croazia e slovene in Friuli Venezia Giulia. 
Diciamolo pure. Il bilinguismo in queste elezioni è stato un disastro su entrambi i fronti. Disattese le comunicazioni in bilinguismo. Anche se bisogna dire che almeno dalle parti del FVG i tabelloni elettorali non è che siano pieni, anzi. Sono più quelli vuoti che quelli pieni.  Un bilinguismo che arranca, che pur nell'Europa unita nella diversità è tutt'altro che pienamente affermato. Così in Italia, così in Slovenia e Croazia. Le denunce sono quotidiane. Bisogna dire che sia nel caso degli italiani in Slovenia e Croazia e che per gli sloveni in Friuli Venezia Giulia, nonostante leggi, statuti e proclami non vi è stata una particolare attenzione da parte delle rispettive nazioni di appartenenza. L'Italia sembra essersi lavata le mani sullo stato regressivo dei diritti della minoranza autoctona in Slovenia e Croazia, lo stesso per la Slovenia in Italia. E paradossalmente chi si è mosso di più in questo periodo, sia nell'una che nell'altra direzione, sono quelle forze politiche "identitarie" e nazionaliste di destra che potrebbero ottenere un bacino di voti importante rispetto ad una sinistra che sembra essere stata latitante in questo periodo su tale fronte. In Slovenia si parla di circa 2.500 cittadini dichiaratesi di nazionalità italiana, in Croazia vivono circa 35 mila Italiani. Si ragiona per stime. Mentre in base a delle statistiche gli sloveni autoctoni in Friuli Venezia Giulia si attesterebbero intorno ai 50 mila abitanti. Provincia di Udine 10.000, cioè l'1,9% della popolazione, in Provincia di Gorizia 11.000, cioè , il 7,8% della popolazione, in Provincia di Trieste 25.000 cioè il 10,6% della popolazione, per un totale di 46.000 cittadini pari a circa il 3,8%. Ovviamente si tratta di stime, i dati potrebbero essere anche ben superiori. 
Insomma, nel momento in cui si vota per l'Europa, in queste europee, non dovrebbe stupire se sia in Slovenia e Croazia, che in Italia, o meglio in FVG, un bacino di voti importante da parte delle minoranze autoctone andrà verso chi sostiene la necessità di un ritorno al nazionalismo in contrasto a quell'europeismo che ha permesso l'abbattimento di muri e frontiere. Perchè sono forze che per ragioni di opportunismo o meno, per tornaconto elettorale o meno hanno manifestato interesse per i diritti delle minoranze in questione. Un cortocircuito che ha una sua causa e non nasce dal nulla. Ma guardare solo il proprio orticello e non l'insieme, alla fine significherà commettere un grave errore di valutazione, perchè è l'insieme e l'unità europea che rende possibile l'affermazione dei diritti delle minoranze e non il fumo negli occhi nazionalistico.

mb

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