Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Scoppia caso diplomatico tra Italia e Slovenia e Croazia per le semplificazioni sconcertanti sul Giorno del Ricordo.Dall'Italia "revisionismo senza precedenti"

Non siamo ai livelli di Italia e Francia, dove è stato richiamato l'ambasciatore per consultazioni. Ma, dopo la breve quiete, dopo aver incassato il durissimo colpo che è arrivato dal capo del governo italiano, dal Presidente della Repubblica e dal Presidente del Parlamento europeo, non potevano, almeno in Slovenia, tacere. Si è detto e scritto che le vicende del Confine Orientale sono complesse. Anche la legge istitutiva del giorno del ricordo le definisce come complesse. Ma in 15 anni, da quando questa legge esiste, si è chiuso in questo 2019, il cerchio, con una semplificazione storica sconcertante. Mettendo sullo stesso piano nazisti e comunisti jugoslavi, con la sola discriminante della diversa ideologia, mettendo sullo stesso livello foibe e Risiera, e pertanto non dovrà stupire se qualcuno dirà che la stella Rossa della Jugoslavia di Tito è come la svastica della Germania nazista di Hitler. Nessuno ha mai negato la vicenda delle foibe, così come quella dell'esodo. Ma che il ricordo delle vittime innocenti, sia stato strumentalizzato anche per riabilitare "martiri fascisti e nazifascisti" è innegabile.  Che ci sia un disegno di riconoscere lo stesso valore morale a chi è stato dalla parte di Salò, come a chi è stato dalla parte della Resistenza( ma solo filo-italiana) è innegabile. Che  i drammi che hanno interessato migliaia di persone con l'esodo siano stati strumentalizzati per fini nazionalistici che nulla hanno a che fare con la verità storica, e la dignità umana e il ricordo di queste vicende drammatiche, è innegabile. Strumentalizzazioni che hanno portato ad una semplificazione delle vicende del Confine Orientale, sconcertante, che avrà ripercussioni anche su organizzazioni come l'ANPI, perchè, se si accetta l'impostazione che quanto accaduto era  solo per annientare tutto ciò che fosse italiano e da ostacolo "al disegno di conquista territoriale e di egemonia rivoluzionaria del comunismo titoista" è evidente che chiunque abbia collaborato con i comunisti jugoslavi, cioè la nostra Resistenza, e non solo, possa essere additato di essere stato complice di chi ha compiuto deliberatamente crimini contro l'umanità e di guerra. Che necessità c'era, oggi, in un momento così delicato, di riaccendere focolai che erano oramai sopiti se non spenti? Con l'Europa a rischio collasso? E di impostare una ricostruzione storica sulle vicende in questione in un modo così semplicistico,riduttivo e con omissioni significative? Durissime, e comprensibili le reazioni in Slovenia.Come rende noto Radiocapodistria con un post di Stefano Lusa.


Il Premier sloveno "ha parlato di falsificazioni e revisionismo storico senza precedenti, messo in atto da alti politici e persino da funzionari dell’Unione europea, aggiungendo che il fascismo aveva come obiettivo quello di distruggere il popolo sloveno." Come dargli torto? Anche il Presidente della Repubblica slovena è intervenuto invitando il Presidente della Repubblica italiana a tenere conto del lavoro svolto dalla commissione italo-slovena sulle vicende del Confine Orientale. Documento che l'Italia ha chiuso in un cassetto, che in Slovenia, invece, viene diffuso. Ma anche in Croazia si sono inalberati. E' intervenuto il Premier croato affermando che "Il revisionismo storico e l'irredentismo sono assolutamente inaccettabili, e le basi dell'Unione Europea e delle sue istituzioni non poggiano su tali valori." Facendo presente che farà sentire la propria voce in tutte le sedi istituzionali dovute.

Per dirle con le parole di un caro amico, insomma, siamo proprio innanzi ad un passato che non passa che in modo irresponsabile è stato riacceso.

mb

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